(AVN) Venezia, 31 gennaio 2018
“Con quale coraggio i rappresentanti del governo italiano si indignano per l’ignobile pratica del caporalato, ancora purtroppo in voga in alcune aree del nostro Paese se poi sono i primi a mettere in atto un sistema basato proprio sullo sfruttamento e per di più in un settore delicato e vitale per la nostra democrazia, come quello della giustizia?”
L’assessore al territorio e alla sicurezza della Regione del Veneto esprime così il suo sostegno alla protesta dei magistrati onorari, sfociata nello sciopero dei giudici di pace che dura ormai da settimane e di quello dei vice procuratori onorari (Vpo) e dei giudici onorari di tribunale (Got), indetto da alcuni giorni.
“La riforma voluta dal Governo e dal Ministro della Giustizia – prosegue l’assessore – annichilisce e dileggia l’intera magistratura di pace e onoraria, ma soprattutto arreca un gravissimo danno al Paese e ai cittadini, che, con l’affossamento degli uffici giudiziari di primo grado, subiranno ulteriori gravi penalizzazioni e ritardi nella gestione della giustizia. Guardando in particolare al Veneto, una realtà produttiva come la nostra ha bisogno più che mai di una giustizia che funzioni e che sia amministrata con efficienza e tempi certi: ne va della competitività della nostra stessa economia e delle nostre imprese, perché nessuno è disposto a investire energie e risorse dove le sentenze sono chimere”.
“Stiamo assistendo non solo a una pesantissima regressione del sistema giudiziario italiano nel suo complesso – aggiunge l’assessore – ma a una vera e propria violazione della Costituzione, essendo messa in discussione con questa assurda riforma l’indipendenza del giudice nell’esercizio dei suoi poteri e doveri. A questi servitori dello Stato, che si occupano di grandissima parte dei procedimenti penali e civili in ambiti particolarmente ‘sentiti’ dai cittadini come quelli dell’immigrazione e della microcriminalità, non solo si negano adeguate tutele economiche e previdenziali ma si impongono limitazioni nell’orario di lavoro, prevedendo addirittura di impedire ai giudici di pace di lavorare a tempo pieno, nonostante il continuo aumento delle competenze civili. Forse il Ministro pensa di risolvere i problemi della giustizia attraverso la sua privatizzazione e le inaccettabili e sommarie depenalizzazioni”.
“Intendo scrivere al Ministro – conclude l’assessore – stigmatizzando l’insostenibilità di questa situazione e chiedendogli di intervenire al più presto con opportune modifiche alla riforma”.