Avrà luogo giovedì prossimo, 30 dicembre, nella basilica di Sant’Anastasia il funerale di Rodolfo (per tutti Rudy) Marcolini, classe 1935, originario di San Martino Buon Albergo, giornalista multimediale (radio, televisione, stampa, Internet) soprattutto a Montréal (nel Québec canadese) e poliedrico personaggio dai trascorsi avventurosi che avrebbero potuto ispirare qualche racconto di Emilio Salgari.
Rudy lascia la moglie franco-canadese Maryse ed i figli Sylvia (residente a Verona), Fabrizio (giornalista a sua volta a Toronto) e Stefania (che prosegue l’opera del padre al patronato Enasco, a Montréal).
Trasferitosi a circa vent’anni in Canada, Marcolini s’inserì nella patria adottiva come presentatore in teatri dove s’esibivano cantanti e s’affacciò al giornalismo nel “Corriere Italiano”.
Frequentando la comunità degli emigranti italiani, capì che mancava una sorta di “polo comunicativo” valido sia tra gli stessi connazionali ma pure con i canadesi. Allestì dapprima un’emittente radiofonica con programmi in lingua italiana collegati con la Rai (via onde corte) e con l’Ansa (tramite telescrivente).
Il bisogno di nuove sfide lo portò in Etiopia dove mise in piedi un centro di documentazioni internazionali che naufragò con la caduta nel negus neghesti Hailè Selassiè. Rudy si spostò poi altrove (in Medio Oriente ed in Sud America) sulla spinta di “ambizioni” affaristico-rocambolesche, quasi alla… Indiana Jones.
Rientrò in Canada per assumere il ruolo di direttore responsabile e della programmazione di Télé-Italia ad uso e consumo di circa 300mila italiani ed italo-canadesi del comprensorio geografico. In pochi anni, l’emittente divenne la più importante televisione comunitaria del Québec e lui venne definito il “Berlusconi degli emigranti italiani”. Dopo nove anni si dimise e lavorò quale coproduttore dei programmi di CJNT-TV di Montréal.
Il dinamismo di Marcolini affrontò anche la costituzione d’una società multimediale specializzata nel promuovere prodotti veneto-veronesi, la carica di membro del consiglio d’amministrazione dell’ospedale italiano “Santa Cabrini” di Montréal (struttura sanitaria tra le più moderne del Québec).
Inoltre, è stato cofondatore e presidente dell’Associazione Veneti nel mondo, direttore editoriale della testata online “Marco Polo”, innovatore d’un carnevale veneziano organizzato a Montréal inserendovi la veronesissima figura di Papà del Gnoco, referente dei Veronesi nel mondo e di Veronafiere, assegnatario della medaglia della Città di Verona durante il mandato del sindaco Michela Sironi Mariotti. E… altro ancora, in un graffiante stare al passo con classiche ed innovative forme di comunicazione.
Claudio Beccalossi