Dopo tanti anni, svelata l’allora “curiosità fotografica” (oggi “falso d’autore”) pubblicata ne “Il Giornale dei Misteri” di aprile 1974 e poi ripresa da giornali scaligeri
Maurizio Bonafini era d’indole simpatica, bonacciona, disposto allo scherzo ed alla goliardia nel segno dell’amicizia, purtroppo deceduto prematuramente nel 1994 in un incidente stradale alla guida della sua moto ed inumato nel cimitero di San Massimo. Fece parte con altri giovani veronesi del Gruppo (poi Centro di coordinamento per lo sviluppo popolare dell’indagine parapsicologica ed ufologica) S.R.R.I. (Studi e Ricerche sulle Realtà dell’Ignoto), attivo tra il 1974 ed il 1981 in Borgo Roma e che si riuniva, talvolta, in uno scantinato quale “sede” ed “archivio” alquanto… naïf.
Maurizio contribuì alle attività di gruppo alla sua maniera, eccedendo, talvolta, con “esternazioni” fasulle dovute anche alla sua pratica nel campo della fotografia (lavorava, infatti, in uno studio in centro città ed aveva allestito in uno spazio di casa, dove abitava con i suoi familiari, un buon laboratorio di sviluppo e stampa).
Elaborò infondati “documenti”, come la foto d’un presunto UFO (acronimo del termine inglese Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object, cioè “oggetto volante non identificato”), con relativo ingrandimento d’un particolare, che inviò al mensile “Il Giornale dei Misteri” di Firenze (Corrado Tedeschi Editore) e che questi pubblicò come “curiosità fotografica” a pag. 60 del n. 37, aprile 1974.
La sua “esperienza” venne riportata anni dopo anche in resoconti su avvistamenti ufologici nel territorio scaligero, assumendo sempre più i contorni di “certezza” (è celebre la frase attribuita falsamente a Paul Joseph Goebbels, ministro della Propaganda della Germania nazista: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità!”). Come nell’intervista ad un ufologo veronese, pubblicata ne “L’Arena” del 1° maggio 1981, in cui veniva riferito: “Maurizio Bonafini, studente, abitante in Borgo Roma, nel 1973 mentre con una Rollei 35 cercava di fissare uno splendido tramonto, ha fotografato una macchia simile ad un disco, circondata da uno strano alone, che procedeva da ovest verso est, a circa un chilometro d’altezza, seguita da un F-104. Secondo lo studente, si trattava di un Ufo seguito da un apparecchio dell’aeronautica di Villafranca. Il Bonafini, che è pure un ufologo, ha svolto indagini per conoscere se la sua scoperta avesse avuto testimoni, senza concreti risultati”.
O, ancora, come negli articolisu supposti Ufo scorti in città e provincia ed apparsi nel settimanale “Il Nuovo Veronese” del 14 maggio 1983: “Sempre del 1973, per la precisione del 23 agosto, sono le fotografie scattate da Maurizio Bonafini, abitante in borgo Roma, che impresse sulla pellicola un disco di colore scuro circondato da un originale alone a forma d’ala aperta senza che l’occhio umano potesse cogliere il fenomeno. Verso le 19 di quel giorno il giovane scattò diverse foto del cielo sovrastante l’istituto tecnico agrario ed il liceo scientifico di via San Giacomo, che si scorgevano dalla finestra della sua camera, per poi sviluppare il negativo nel suo piccolo laboratorio d’appassionato. Fu qui che s’accorse di strane macchie discoidali circondate da un ancor più strano alone. Erano impressionate nei fotogrammi riguardanti la parte est, secondo la sua posizione di ripresa, e, dopo essere stato attratto da quella scoperta casuale, volle vederci più a fondo nella serie di fotografie. Oltre all’immagine dell’UFO, Bonafini rintracciò sulle stampe anche la presenza d’un F-104 dell’aeronautica militare che sembrava seguisse l’ignoto oggetto vagante nel cielo”.
A distanza di tanti anni è finalmente possibile ed onesto spifferare la verità. Si trattava d’una manipolazione creata in camera oscura da Bonafini “inserendo” artificialmente (come lui sapeva fare) una palla semicircolare nel cielo soprastante la determinata zona di Borgo Roma.
“Il Giornale dei Misteri” aveva errato le note sulla foto e l’ingrandimento, forse su indicazioni sballate scritte in accompagnatoria dallo stesso Maurizio. M. B. era sì lui, Maurizio Bonafini, ma non era di Roma, bensì di Verona (semmai Borgo Roma). Solo i particolari tecnici risultavano in apparenza veritieri ma la foto, per quanto suggestiva, costituiva una bufala.
Comunque, pur tra il serio ed il faceto, l’immagine s’era sentita onorata della pubblicazione sulla rivista fiorentina e, poi, per la citazione su testate veronesi. Considerata oggi, potrebbe essere definita un indovinato… falso d’autore…
Claudio Beccalossi