Il Comune di Verona fa squadra con la Comunità di San Patrignano per prevenire le dipendenze giovanili. Inizia, in concomitanza con il via dell’anno scolastico, la seconda edizione del progetto #DISTANTIMAVICINI – Weefree Verona 2.0, che potenzia e dà seguito all’iniziativa “Capacitandosi”, svoltasi lo scorso anno scolastico, in partnership con l’associazione Agaras Verona e condotto grazie al sostegno dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Verona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale UAT VII Verona.
Il progetto inizierà il 18 ottobre e durerà fino alla prossima primavera. Nello specifico saranno proposti cinque appuntamenti attraverso il format online #chiaroscuro, lo strumento di prevenzione ideato dal team di WeFree nel 2020 in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19 attraverso i racconti intrecciati di tre ragazzi di San Patrignano che hanno terminato il loro percorso di recupero e ripreso in mano le proprie vite, per offrire spunti di riflessione e confronto anche ad adulti, docenti, educatori, famiglie e addetti ai lavori. Alla visione del documentario segue un dibattito con due testimonial del progetto WeFree moderato da un esperto.
Seguiranno poi dieci incontri-dibattiti WeFree online con gli studenti e i ragazzi di San Patrignano, adeguatamente formati, che offriranno la loro testimonianza di vita vera, il racconto della loro esperienza di disagio e del percorso di rinascita.
Infine, terzo ed ultimo step del progetto, dei webinar di approfondimento pensati per due gruppi differenti di destinatari. Quelli per gli studenti li aiuteranno a riprendere le tematiche trattate e a riflettere più consapevolmente, con dati scientifici alla mano, sull’importanza di stili di vita sani. I webinar per i docenti che avranno accompagnato le classi nelle attività di WeFree forniranno invece ulteriori strumenti di lettura dei comportamenti degli studenti.
Destinatari saranno circa 1200 studenti delle classi prime e seconde degli istituti scolastici secondari di secondo grado di Verona e provincia, insieme ai loro insegnanti che, accompagnandoli nelle numerose attività del progetto acquisiranno strumenti educativi e didattici innovativi, utili a comprendere le cause del disagio degli alunni e a costruire con loro percorsi di prevenzione.
Il periodo di pandemia a causa del Covid, ha accentuato il bisogno di intervenire su un periodo di crescita fondamentale per i ragazzi, come confermato dai dati raccolti. C’è stato infatti un aumento del 30% di casi di suicidio, abbandono, anoressia, bulimia, cyber bullismo e smercio di droga online. A Verona l’associazione AGARAS, che da 30 anni fa da riferimento alla comunità di San Patrignano sul territorio, ha registrato un 20% in più di richieste riguardanti minori. Ed oltre a sensibilizzare i ragazzi, è fondamentale anche dare informazione e supporto ai genitori, spesso senza punti di riferimento nel dover affrontare determinate problematiche. Per informazioni sull’attività di AGARAS https://agarasverona.org/
L’iniziativa si colloca nell’ambito del nuovo Piano di Intervento in materia di Politiche Giovanili Bando Regione Veneto CapacitAzioni DGR 1563/2020, ed ha come obiettivo primario quello di fare una sinergia efficace con i ragazzi ma anche fornire ai docenti gli strumenti adatti per avere punti di interpretazione differenti.
Alla presentazione del progetto in Sala Arazzi sono intervenuti l’assessore alle Politiche giovanili Francesca Briani, la referente provinciale Area Legalità, politiche giovanili e partecipazione, bullismo e cyber bullismo UAT VII Ambito Territoriale di Verona Roberta Spallone, la responsabile dell’Associazione AGARAS Bruna Cappelletti e, in video collegamento da San Patrignano, il presidente della Comunità San Patrignano Alessandro Rodino Dal Pozzo e la coordinatrice del Progetto We Free Verona 2.0 Patrizia Russi.
“Durante il lockdown e nei mesi successivi è emersa la difficoltà dei ragazzi a riprendere un ritmo di vita normale, e di questo ne abbiamo continua conferma dai dirigenti scolastici del territorio – ha detto l’assessore Briani -. Quella interessata dal progetto è una fascia di adolescenti che ha sofferto in modo particolare e quindi le istituzioni e tutti noi abbiamo davvero il dovere di dar loro attenzione affinché non cerchino sostegno nel modo sbagliato, e per questo vanno ringraziati i soggetti coinvolti in questo importante progetto”.