Gaffe antistorica piuttosto deludente “scoperta” navigando nella fotogallery del sito della Circoscrizione 5^ del Comune di Verona. Una delle foto presenti descrive una stele come “Lapide del ventennio fascista”, Il cippo marmoreo menzionato è ubicato poco prima del ponte sul canale Giuliari (venendo da Verona) ma il riferimento, appunto “Lapide del ventennio fascista”, costituisce un falso clamoroso e grave per un ente territoriale di base e locale fondamentale com’è, appunto, il Comune, circoscrizioni comprese.
La colonnina lavorata commemora, invece, un tragico fatto avvenuto nella tarda sera del 18 gennaio 1922, quando il ventiduenne muratore Serafino Lonardi non esitò a tentare di salvare un aspirante suicida, lo stagnino ambulante Giovanni Errico, deciso a farla finita davanti al ragazzo che aveva con sé, un tredicenne figlio maggiore della sua compagna, gettatosi in acqua dal parallelo ponte su via San Giovanni Lupatoto.
Sentite le urla strazianti dell’adolescente e non volendo dar retta alla fidanzata che lo scongiurava a non rischiare la propria vita per uno sforzo ormai inutile, Serafino allungò dalla sponda del canale il suo ombrello ad Errico che si dibatteva in superficie per istinto di sopravvivenza. Lo stagnino riuscì ad aggrapparsi ma il suo peso e la precaria posizione fecero perdere forze ed equilibrio al soccorritore, cadendo a sua volta nella corrente. A nulla valsero i tentativi del muratore di raggiungere il bordo nuotando o d’afferrarsi alla fune od alla pertica lanciategli dalle persone affluite, richiamate dal ragazzo e dalla fidanzata. Scomparve sott’acqua, seguendo il drammatico destino di chi avrebbe voluto sottrarre alla morte.
E nel suo ricordo venne poi collocato un cippo con foto e dedica, foto mancante o distrutta da anni e dedica ormai del tutto illeggibile ma che indicava ai posteri: “A Serafino Lonardi. Baldo dei suoi vent’anni coraggiosamente impavido perché fiero del suo sentire altruistico si tuffò nelle acque travolgenti di questo canale per trarre in salvo uno cadutovi. Il fato lo trasse nel numero dei più il 18.1.1922. Con affetto gli amici posero”.
La lapide in questione accanto al canale Giuliari, quindi, non appartiene (come sentenzia erroneamente il link della Circoscrizione 5^ del sito del Comune di Verona) al “ventennio fascista”, anche perché, com’è noto, la fatidica “marcia su Roma” avvenne il 28 ottobre 1922, con conferimento formale a Benito Mussolini da parte di re Vittorio Emanuele III dell’incarico di formare il nuovo governo il 30 ottobre successivo. L’opera, per certi versi inquietante e quasi torva, commemora un lontano gesto di grande altruismo e la figura purtroppo dimenticata (ed oltraggiata dal degrado in cui versa il monumento-mignon) di Serafino Lonardi, nato nel 1900.
Lui, Serafino, eroe vero senza alcuna retorica, riposa nella tomba della famiglia Lonardi, nel cimitero di Borgo Roma. La sua foto (uguale a quella che era presente sul marmo in via Legnago) sfoggia un Serafino in giacca, papillon e cappello. Meste memorie che qualcuno ha mescolato o frainteso, sbagliando in pieno, al “ventennio fascista”… Figuraccia da rimediare quanto prima, correggendo la didascalia nel link del sito istituzionale…
Claudio Beccalossi