È proprio bastian contrario e per niente spiritoso chi insozza il tratto di terrapieno esterno del bastione di Santo Spirito, risalente al 1836, nel Parco delle Mura, che dà su Porta Palio e viale Luciano Dal Cero.
L’attualità ecologica, qui, non è rose e fiori: riferisce di rifiuti di vario genere in putrefazione, scarpe abbandonate, bottiglie di vetro e plastica, lattine e tetrapaks dispersi, cumuli di immondizie, coperte fradice, carte stagnole bruciacchiate per scaldar sostanze stupefacenti, perfino due souvenir con calamita di Venezia (chissà come e perché finiti lì, tra erba e terra).
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Anche se non certo battuta da turisti curiosi, tranquilli camminatori, patiti di jogging (che preferiscono, a ragione, altri scorci e percorsi non isolati per non rischiare brutti incontri), l’area è comunque frequentata da occasionali ed emarginati che vi trovano precario rifugio, vi s’appartano per consumar alcool o droga od anche solo, ancor più prosaicamente, per impellenti necessità fisiologiche, purtroppo constatabili un po’ dappertutto.
Una periodica ripulitura sarebbe cosa buona per non sminuire la porzione di mura magistrali che costituì l’estrema barriera del sistema difensivo asburgico della città, progettata dal luogotenente feldmaresciallo ed ingegnere militare addetto alle fortificazioni Franz von Scholl (Aquisgrana, 8 gennaio 1772 – Verona, 3 settembre 1838) il cui sepolcro è nell’area ex austriaca del Cimitero Monumentale.
Un’iniziale cinta turrita veronese venne commissionata da Cangrande della Scala e realizzata tra il 1321 ed il 1325 su concetti e sovrintendenza del maestro Calzaro. In seguito, durante l’opera di potenziamento delle fortificazioni voluta dalla dominante Repubblica di Venezia, tra il 1517 ed il 1525 prese corpo una rondella progettata da Teodoro Trivulzio. L’assetto difensivo trovò demolizione tra il 1801 ed il 1802 per mano dei napoleonici ma il baluardo fu ripristinato tra il 1833 ed il 1836 per volontà dell’Impero austro-ungarico e con piglio deciso del feldmaresciallo conte Josef Radetzky di Radetz e, appunto, di Franz von Scholl.
Quello di Santo Spirito è un bastione pentagonale composto da terrapieno con scarpate a pendenza naturale, circondato da murature di rivestimento distaccate alla Carnot. Il nucleo sopravvisse bene fino all’inizio del XX secolo e nel 1926, assieme al vicino bastione dei Riformati, entrò a far parte del parco urbano denominato “Giardini Regina Margherita”. Nel 1940 fu inserita una vasta breccia tra i due bastioni per far scorrere una nuova strada mentre, negli anni dei maggiori e devastanti bombardamenti aerei alleati su Verona (che miravano soprattutto alla vicina stazione ferroviaria di Porta Nuova), tra il 1944 ed il 1945, le poterne, le gallerie di contromina e le caponiere vennero utilizzate dalla popolazione come rifugi.
Negli anni Sessanta del secolo scorso il bastione assunse nuova destinazione quale zoo poi destinato alla chiusura per sensibili obiettivi di rispetto adottati e ripudio della cattività animale. Per un certo periodo, subentrò un centro recupero rapaci gestito dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) ma la lodevole attività protettiva venne obbligata ad arrendersi per la lamentata mancanza di sostentamento economico da parte della Provincia, assegnataria istituzionale della tutela faunistica.
Servizio e foto di Claudio Beccalossi