L’indifferenza generale che persevera.
Scendendo verso un terrapieno che costeggia il fiume Adige, tra lungadige Capuleti ed il ponte Aleardo Aleardi, è impossibile non accorgersi di anomalie strafottenti. Innanzitutto, i resti lapidei lavorati e scolpiti (a quale epoca risalgono e da dove provengono?), accantonati alla meno peggio chissà da chi e perché e dimenticati (forse per censura o vergogna manifeste) da operatori e/o cultori di storia minore in veste turistico-promozionale, periodaccio disgraziato da SARS-CoV2 a parte.
E, poi, la scalinata da droga-party che conduce alla sponda sabbiosa del fiume, con siringhe (ovviamente usate), magari sporche di sangue ed abbandonate qua e là da quanti sanno di farla comunque franca per ciò che riguarda la sicurezza pubblica (non è certo piacevole pungersi od infettarsi di gravi ed insidiose malattie solite note con aghi dispersi) e la salvaguardia ambientale (fanno storcere e tapparsi il naso i rifiuti lasciati in giro).
Avanti così? Con questa triste realtà di anonimi che si drogano, si liberano delle siringhe senza criterio, buttano immondizie secondo libero arbitrio andato in tilt?
Claudio Beccalossi