Successivamente all’approssimarsi a Ca’ di David e Verona su percorsi diversi ma convergenti delle avanguardie americane della 88^ Division “Blue Devils” e della 10^ Mountain Division (destinata subito a costeggiare le gardesane occidentale ed orientale per bloccare ritirate tedesche verso il Trentino), tra il 25 ed il 26 aprile 1945 avvennero cruenti scontri con soldati nazisti nascosti in mezzo ai ruderi delle case bombardate, attorno all’intersezione periferica tra viale del Lavoro, via Tombetta e stradone Santa Lucia, nei pressi dell’ingresso dei Magazzini Generali, al poi confine di competenza delle circoscrizioni 5^ Sud e 4^ Sud-Ovest.
Rimasero uccisi molti tedeschi e per questo il luogo fu soprannominato “the bloody corner”, “l’angolo sanguinoso, di sangue”, dai carristi statunitensi del 752° Tank Battalion.
Robert J. Holt, su www.752tank.com/verona.html, ha riferito l’avanzata degli americani verso Nogara, Ca’ di David e Verona, citando anche i duri combattimenti nei dintorni dell’area dei Magazzini Generali: “All through the night, the enemy funneled into the city limits from the side roads to the southeast and southwest in an attempt to rally inside the city”, “Per tutta la notte, il nemico s’incanalò nei limiti della città dalle strade laterali a sud-est e sud-ovest, nel tentativo di radunarsi all’interno della città”. (…) “A large number of German vehicles were destroyed throughout the night, and a great number of Germans were killed or wounded. So many, in fact, that the V-shaped road junction of Viale Del Lavoro and Via Tombetta was later dubbed Bloody Corner by the 752nd tankers”, “Un gran numero di veicoli tedeschi furono distrutti per tutta la notte e un gran numero di tedeschi furono uccisi o feriti. Tanti, infatti, che il nodo stradale a forma di V di Viale Del Lavoro e Via Tombetta successivamente fu soprannominato Angolo di sangue dai carristi del 752°”.
Di quegli ultimi, tragici momenti prima della liberazione completa di Verona rimangono alcune foto scattate poco dopo che dimostrano, in tutto il loro coriaceo dramma, anche la sacralità storica del luogo, estrema anticamera alla città svuotata dai nazisti.
Ma, come spesso purtroppo accade, nessun amministratore pubblico e/o ricercatore “illuminato”, dal dopoguerra a stamattina, s’è mai attivato per dedicare una stele, una targa, un cippo, una traccia di ricordo, insomma, per quanto avvenne in quel luogo circoscritto, così rammentato dagli americani e così ben dimenticato dai veronesi. Luogo accanto al cavalcavia tra viale Piave e viale del Lavoro, oggi deturpato dai soliti scarabocchi graffitari e dall’uso improprio, maleodorante ed antiigienico di chi ne ha fatto una latrina.
Gli spettri dei caduti nel “bloody corner” e di quanti si fronteggiarono in armi ed ormai scomparsi, sono forse inviperiti per tanto smacco ufficiale alle loro arcigne e dolorose vicende entrate di diritto nella storia, nonostante Verona “distratta”…
Claudio Beccalossi