Memoria storica di Verona in lutto. Lo scorso 5 gennaio, nella Casa “San Giuseppe” dell’Istituto Sorelle della Misericordia in via Rosalia Serenelli 2, è serenamente spirata suor Luisidia (al secolo Lina Casagrande), alla veneranda ma ancora lucida età di 104 anni. Prima d’essere accolta nella struttura di San Michele Extra, suor Luisidia era stata ospite dapprima nella Casa Madre/Generalizia dell’istituto in via Valverde 24 e poi nell’altra sede in via Amatore Sciesa 7.
Andata in pensione nel 2007 dopo ben 68 anni di servizio come caposala nel Laboratorio di chimica clinica e d’ematologia dell’ospedale di Borgo Trento, la religiosa, attiva ed alle prese col computer fin quasi all’ultimo, visse significative esperienze durante il secondo conflitto mondiale, quando il complesso ospedaliero venne occupato dai nazisti dopo il famigerato 8 settembre 1943.
Vicende rievocate in quattro miei articoli pubblicati dal quotidiano veronese “L’Arena”: il primo il 3 gennaio 1987 (“Storia di Sorella coraggio. In guerra salvò l’ospedale”), il secondo ed il terzo il 7 febbraio 1990 (“In ospedale, tra bombe e nazisti” e “Quel tragico bombardamento del 9 marzo ‘45”) ed il quarto l’8 novembre 1993 (“Io, superstite d’una strage”). Il tutto valorizzato anche da uno scritto autografo che la stessa suora mi consegnò nel corso d’un mio colloquio-intervista con lei, il 26 gennaio 1990, nella sua sede di missione più che di lavoro.


Nata a Lago (frazione del comune di Revine Lago), in provincia di Treviso, il 20 giugno 1918, vi rimase fino al 1932, quando entrò nell’Istituto “Sorelle della Misericordia” a Verona. Nel 1935 frequentò ambiti ospedalieri come tirocinante e nel 1939, da suora, venne nominata caposala del Laboratorio di analisi cliniche dapprima all’interno dell’ospedale in via Marconi e poi in quello di Borgo Trento.
Per la sua lunga carriera ed anche per quanto fece salvando più strumentazioni possibile dalle grinfie accaparratrici dei tedeschi (addirittura nascondendo preziose risorse sanitarie d’analisi in bare vuote della cella mortuaria sottostante il centro di analisi cliniche, destinate dal comune di Verona ai defunti indigenti, per poi portarle in un luogo sicuro), a suor Luisidia vennero assegnate varie onorificenze: dagli Istituti Ospitalieri una medaglia d’oro di benemerenza nel 1976, un’altra medaglia d’oro nel 2002 dall’allora sindaco di Verona, Michela Sironi Mariotti, nel 2007 il titolo di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica italiana” (GU Serie Generale n. 171 del 25-07-2007 – Suppl. Ordinario n. 168). Ed il 20 giugno 2018, in occasione del suo centesimo compleanno, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, le attribuì una targa ricordo.
Il foglio vergato dalla religiosa, conservato nel mio archivio, riguarda la tragica fine di cinque sue consorelle assieme alle malate che non avevano voluto lasciare, sotto il bombardamento aereo effettuato dalla Raf (Royal Air Force) inglese attorno alla ore 23 di mercoledì 5 luglio 1944: «5 suore delle Sorelle della Misericordia di Verona perite nel bombardamento aereo della notte 5 luglio 1944. Svegliate nel cuore della notte per la presenza di aerei nemici, constatato il pericolo, invece di correre a mettersi in salvo in rifugio col resto del personale d’assistenza preferirono portarsi presso le inferme del proprio reparto per metterle in salvo. L’imminenza del pericolo non permise loro di mettere in esecuzione il pietoso disegno, per cui preferirono rimanere accanto alle inferme in preghiera, per consolarle. Così furono trovate, chine sulle loro assistite, abbracciate in un estremo sforzo di protezione e di carità, col rosario fra le mani. Questo atto si può chiamare eroico, avendo esposto la propria vita, volontariamente animate solo da motivi di carità».

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto commemorare suor Luisidia con un suo messaggio di cordoglio: “In quasi settant’anni di servizio ha dimostrato una dedizione che è stata frutto non solo dell’impegno professionale ma di una motivazione più profonda. Resterà un modello per tutti coloro impegnati nella nostra Sanità che è un’eccellenza per il livello qualitativo del lavoro che ogni giorno viene svolto da migliaia di professionisti e operatori, oltre che per i livelli clinici e tecnologici di avanguardia di cui è protagonista. La chiamavano l’Angelo del Laboratorio Analisi, un soprannome che va ben oltre la sua posizione di decana delle caposala e di riferimento per generazioni di infermieri. Mi unisco alle numerose persone che in questo momento la ricordano e sono vicino a tutti coloro che le hanno voluto bene”.
Il funerale di suor Luisidia ha avuto luogo al mattino del 9 gennaio 2023 presso la stessa chiesa dell’istituto, in via Serenelli. Al pomeriggio e dopo una seconda cerimonia religiosa di commiato nel paese natio, la salma è stata inumata nel cimitero di Lago.
Servizio e documenti d’archivio di
Claudio Beccalossi