Verona, 17 novembre 2022
La diffusione del virus che ha cambiato la vita ad ognuno di noi si avvia verso il terzo anno di età e, anche se possiamo dire che la situazione si sia finalmente stabilizzata – o quantomeno che sia sotto maggior controllo -, ci troviamo a dover fare i conti con gli strascichi che la pandemia ha portato con sé.
Se ne è discusso qualche tempo fa presso la sede comunale, quando sono stati presentati i dati dell’ufficio Antiusura, i quali confermano un aumento che è appunto legato anche ai recenti cambiamenti sociali nonché alla crisi economica.
Una piaga che coinvolge diversi settori e prende di mira i soggetti più in difficoltà, coloro il cui lavoro è stato portato via in questi ultimi anni e i soggetti più propensi a malattie come quella del gioco patologico d’azzardo, per il quale nel corso del 2021, nella provincia veronese sono stati spesi 898.645.691,32 euro, quasi un terzo dei quali nella sola Verona.
L’occhio di bue viene immediatamente puntato verso le sale slot, all’interno delle quali a Verona si sono spesi 27.756.278,84 euro totali, fra VLT e AWP. Locali che sono stati i più martoriati in assoluto nel top del periodo pandemico, con la totale preclusione di accesso ai locali legali per quasi metà anno nel 2020 e nel 2021, con una conseguente crescita dell’offerta illegale, quest’ultima decisamente permeata di criminalità fra cui ovviamente anche il fenomeno dell’usura.
Per quanto negativo sia stato questo risvolto, non tutti gli utenti si sono affidati al canale illecito, molti hanno infatti preferito migrare le proprie attenzioni verso il canale telematico, facendo esplodere il gioco online legale e riscoprendo quindi una nuova frontiera nelle slot online, giocabili attraverso qualsiasi dispositivo senza obblighi di download.
Un canale che prosegue la sua crescita, nonostante – appunto – il cosiddetto ritorno alla normalità, che denota come i giocatori abbiano individuato in questa modalità di fruizione non solo una particolare comodità, ma anche garanzia di sicurezza, grazie alla possibilità di controllare in pochi clic se l’operatore a cui ci si rivolge sia effettivamente autorizzato dallo Stato italiano attraverso la concessione ADM e alle infrastrutture informatiche su cui le piattaforme poggiano, che garantiscono integrità dei dati sensibili in fase di scambio. I conti di gioco aperti nel 2021 ammontano a 4.887.438, un numero a cui la nostra regione ha contribuito per il 4,89%, in linea con regioni come Emilia Romagna, Calabria e Toscana, tutte nella fascia mediana, staccate invece da Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia che sono le quattro più influenti nella creazione di questo dato.