Non sono progressisti: sono estremisti. Il peggio è che tutto avviene sotto le insegne di una istituzione: quelle del Comune di Verona, che, in occasione della giornata contro l’omotransfobia, patrocina un’iniziativa in cui si promuove, dalle pagine del libro “Trans* con figlǝ, suggerimenti per (futurǝ) genitori trans* e loro alleatǝ, prima guida italiana sulla Transgenitorialità”, l’inseminazione artificiale fatta in casa.
Una pratica del tutto paragonabile all’utero in affitto, dal momento che una caratteristica dell’home insemination è fare incontrare domande e offerte, specialmente online, di “seme fresco” di un donatore: esistono persino appositi gruppi sui social network.
Questo mercimonio è contrario a ogni etica e a ogni morale. E non soltanto. Vi sono rischi enormi per la salute, non essendovi controlli medici e nessun riscontro sullo stato di salute del donatore, e nessuna tutela legale per alcuna delle parti.
Il Comune di Verona è pronto a mettere a rischio salute e diritti dei cittadini, prima di tutto dei bambini, pur di inseguire l’ideologia Lgbtq.
Così Alessandra Basso, eurodeputata Lega-ID
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