L’ossessione per il generale Roberto Vannacci è stato un po’ il “pepe” della kermesse tenutasi il 24 maggio scorso sera in piazza dei Signori con i candidati alle elezioni europee del Partito democratico, nella circoscrizione nord-est.
Chissà quanto avranno fischiato le orecchie all’indipendente della Lega in tutte le circoscrizioni (capolista al centro ed al sud) per essere stato ampiamente nominato, come babau da evitare (ergo, da non votare), prima da un agguerrito capolista Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna e, poi, dalla stessa on. Elena Ethel (detta Elly) Schlein, segretario nazionale del partito e capolista al centro e nelle isole, in acredine inquisitoria e da caccia alle streghe alquanto esagerate se non fobiche.
L’età media della maggioranza dei presenti è apparsa piuttosto matura se non anziana. Probabilmente gli attempati nostalgici del vecchio Partito Comunista di cui il Pd è ormai solo un parente alla lontana.
Svoltasi dapprima sotto un cielo clemente che è poi peggiorato in pioggia, la manifestazione pubblica è stata condotta da Riccardo Olivieri (presidente della Circoscrizione 3^ del Comune di Verona e responsabile dell’organizzazione provinciale del Pd e dei rapporti con i circoli).
Hanno partecipato sul palco per la “piazza democratica” pure l’ex deputata Alessia Rotta (ora segretaria cittadina e componente della direzione nazionale del Pd) ed Andrea Martella (segretario regionale del Pd veneto).
L’intervento in apertura di Franco Bonfante, segretario provinciale del Pd, ha rimarcato «l’immagine d’unità data dalla venuta assieme di Schlein e dei candidati che è più importante di mille parole e mille discorsi». Ha poi ricordato David Sassoli (presidente del Parlamento europeo fino alla sua morte, avvenuta l’11 gennaio 2022) leggendo alcuni estratti di suoi discorsi definiti profetici.
Quindi, hanno preso la parola, via via, gli aspiranti europarlamentari: Annalisa Corrado, Ivan Pedretti, Alessandro Zan, Alessandra Moretti, Lorenzo Gennari, Andrea Zanoni, Stefano Bonaccini, anticipando l’intervento conclusivo di Schlein, ridotto a causa dell’inclemenza del tempo.
Bonaccini (presidente del Pd) ha esordito rassicurando: «Ne abbiamo e ne avete patito troppe nel passato. Noi non abbiamo sempre perso solo per la forza degli altri ma anche, tante volte, per le nostre divisioni. Vi garantiamo che Elly ed io non ci divideremo mai».
Ed ha aggiunto: «Il Veneto delle imprese e delle partite Iva necessita di più Italia e più Europa. In quanto seconda regione con maggior export dopo l’Emilia Romagna e con il Friuli Venezia Giulia quarta. Sono favorevole all’autonomia differenziata ma non a quella di Roberto Calderoli (ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, n.d.r.) che non trova sostegno nella finanziaria. Con il rischio di creare scompensi tra regioni e rendendo impossibile andare in Europa con venti piani energetici diversi a chiedere risorse». Ne ha anche per «il premierato che non c’è in alcun Paese occidentale».
«Il Pd, nell’ambito delle future consultazioni elettorali in Veneto,necessita di fare alleanze molto larghe – ha ribadito ancora Bonaccini – con programmi condivisi. Queste elezioni, invece, potrebbero essere un campanello d’allarme per la destra di Fratelli d’Italia e della Lega». E giù la stoccata: «Purtroppo, è un Veneto in cui si candida per la Lega il generale Vannacci. Noi abbiamo un’idea di società opposta alla destra. Vannacci divide le persone non secondo quello che fanno ma per il colore della pelle, la religione, la disabilità».
Elly Schlein, dal canto suo, s’è detta convinta d’aver messo in campo «una bella squadra, di candidati competenti, per andare in Europa a fare la differenza, per partecipare a negoziati cruciali all’Italia, per continuare sulla strada degli investimenti comuni, contro una destra nazionalista che sta tentando di bloccare il NextGenerationEU a favore delle imprese, anche quelle del Veneto». Ha manifestato la sua preoccupazione riguardo all’autonomia differenziata: «Il Paese ha bisogno d’unirsi per un rilancio economico più forte».
L’evento del Pd per le ormai prossime elezioni europee s’è concluso con l’immancabile “Bella ciao” intonata sotto la pioggia. Come “Singin’ in the rain” (“Cantando sotto la pioggia”), celebre canzone evergreen interpretata da Gene Kelly nel film musicale omonimo del 1952.
Servizio e foto di Claudio Beccalossi