Un classico della lirica proposto in chiave moderna, con stili musicali più accattivanti per i giovani.
Due gli spettacoli in programma, domani sera aperto al pubblico e mercoledì 15 febbraio dedicato ai 400 studenti delle scuole di Verona
Avvicinare i più giovani alla forma musicale operistica e far riflettere tutti sulla parità di genere e sul rispetto dei sentimenti, attraverso una fiaba tradizionale proposta in nuova ambientazione contemporanea. Sono questi gli elementi principale dell’opera pop ‘Turandot Dancing Queen’, che si terrà domani, martedì 14 febbraio alle 20.30 all’Auditorium della Gran Guardia. Per le scuole, invece, un appuntamento speciale si terrà nella mattina di mercoledì 15 febbraio, dalle 10 alle 12, con la partecipazione di oltre 400 studenti.
L’evento è promosso dall’Associazione Vox Generation A.P.S. di Verona, con il patrocinio del Comune di Verona.
Lo spettacolo, scritto da Alessandro Augusto Fusaro e Marcello Rossi Corradini, con musica e testi originali liberamente ispirati alla Turandot di Puccini, arriva a Verona dopo una decina di rappresentazioni realizzate con successo in altre città italiane.
Pur essendo un lavoro tradizionale di opera-fiaba, il lessico e lo stile musicale utilizzati consentono agli spettatori, anche più giovani, di seguire con facilità i dialoghi tra i personaggi. La trama, estremamente lineare, dà la possibilità a tutti di apprezzare le melodie degli stili musicali diversi utilizzati.
L’obiettivo principale, infatti, è quello di portare bambini e ragazzi a teatro, per scoprire un mondo artistico a molti sconosciuto. Un’opportunità che permette loro di avvicinarsi gradualmente alle arti performative, grazie agli innumerevoli stimoli offerti da uno spettacolo di opera pop.
Conoscendo la fiaba tradizionale di Turandot, l’esperienza teatrale diventa anche l’occasione per riflettere sulla parità di genere e sul rispetto dei sentimenti.
“Una bella opportunità per i ragazzi e le ragazze – ha spiegato l’assessora alle Politiche educative Elisa La Paglia – che avranno l’occasione di scoprire, in chiave moderna, un classico della tradizione operistica italiana. Questa opera pop è il punto di partenza per formare la conoscenza e il gusto dei giovani, che saranno il pubblico di riferimento di domani per il Festival lirico cittadino e non solo. L’opera è declinata in una chiave moderna, appunto pop, attraverso diversi stili musicali, che creano una nuova linea di dialogo con i ragazzi e le ragazze”.
L’evento è stato presentato questa mattina dall’assessora alle Politiche educative Elisa La Paglia insieme a Marcello Rossi Corradini e Alex Fusaro dell’associazione Vox Generation APS. Presente il consigliere comunale Pietro Trincanato.
“Portare la cultura, la musica e il teatro alle nuove generazioni è un tema che abbiamo molto a cuore – ha sottolineato Fusaro –. Per questo abbiamo pensato di scrivere un’opera che potesse invogliare i più giovani. Verona ha un patrimonio culturale, storico e lirico immenso con l’Arena. La nostra mission è far conoscere ed amare tutto questo ai ragazzi e alle ragazze, che potranno così diventare il pubblico di domani”.
“E’ un’opera per i giovani e non solo, fatta da giovani. Il cast è composto al 90% da persone al di sotto dei 30 anni – ha spiegato Corradini –. Protagonisti dell’opera sono sette cantanti professionisti. Lo spettacolo è trasversale non solo nei generi ma anche nei destinatari. Negli appuntamenti già realizzati abbiamo potuto constatare come sia piaciuto a studenti e ad adulti”.
“Questa iniziativa rappresenta la modalità con cui l’Amministrazione – ha dichiarato Trincanato – cerca di lavorare con il coinvolgimento attivo di settori diversi, in questo caso le politiche dell’istruzione in dialogo con la cultura e lo spettacolo. L’obiettivo è quello di iniziare a configurare Verona come una città dove l’arte, la cultura e la musica non sono soltanto spettacolo ma formazione, educazione, costruzione di reti virtuose, spazio per le nuove generazioni”.
La storia di Turandot. Principessa dal cuore di ghiaccio, è nota a tutto il mondo attraverso la celebre opera di Giacomo Puccini e, prima ancora, per la fiaba teatrale di Carlo Gozzi. Il nucleo narrativo originario è in realtà molto più antico, incentrato sulla figura della principessa e sugli enigmi a cui sottoponeva ogni suo corteggiatore: in caso di risposta esatta ci sarebbe stato il matrimonio, mentre in caso di risposta sbagliata sarebbe seguita la condanna a morte.
Nella “Turandot Dancing Queen” i tre enigmi sono stati sostituiti da una sola domanda: “Cantami l’amore, dimmi cos’è”. Il vincitore sarà colui che riuscirà con la musica a scaldare il cuore di Turandot. Il concorso di canto porterà alla prigione i primi due concorrenti, mentre il terzo riuscirà nell’impresa di commuovere non solo Turandot ma anche tutta la famiglia imperiale. Al rifiuto di Turandot di sposare lo sconosciuto vincitore segue una contro-sfida: lui rinuncerà a sposarla e a diventare imperatore della Cina se lei indovinerà il suo nome.Nel corso del secondo atto Turandot svelerà il suo segreto: in passato un uomo le ha fatto del male e pertanto non riesce più a riporre fiducia in nessuno. Solo dopo un intenso duetto con il misterioso vincitore accetterà di abbandonarsi all’innamoramento, mentre le sorelle della principessa si innamorano a loro volta dei concorrenti che erano stati esclusi, concludendo la vicenda con un tradizionale lieto-fine.