Con il prossimo 25 giugno saranno passati 120 anni dalla nascita di George Orwell. Personaggio eclettico, innovatore e precursore capace di segnate, con alcuni suoi romanzi, anche il modo di pensare e il costume odierno. Si pensi ad esempio a “La fattoria degli animali” suo romanzo del 1944, nato per criticare il regime sovietico, ma ancor oggi declinabile in molti aspetti del mondo delle istituzioni, del lavoro e del rapporto tra le persone. E come non citare “1984”, opera capace di prevedere le distorsioni della società di massa e il “Grande Fratello”! Ma chi è questo suddito di sua maestà, nato in India nel 1903 e morto a soli 46 anni a Londra? Figlio di un funzionario inglese in India, si trasferirà in giovanissima età in Gran Bretagna dove tenterà di intraprendere varie carriere da quella di dipendente pubblico, seguendo le orme del padre, a quella militare prendendo posto in vari scenari di guerra. Socialista puro e crudo, diventerà, dopo l’ascesa di Stalin in Russia, un forte critico dello stesso e dei partiti della sinistra europea. Giornalista, saggista, militare, scrittore e inviato di guerra, fu anche direttore del Tribune. Inutile però aggiungere che la sua fama è legata ai due romanzi sopra citati, scritti pochi anni prima della sua morte.
Ora, secondo voi, chi si è candidato per commentare questo anniversario letterario? Proprio lui, l’eterno Simone Vesentini, ormai presenza fissa per ogni ricorrenza (https://ilgiornaledeiveronesi.it/rubriche/intervista-a/un-veronese-a-torino-simone-vesentini-al-salone-internazionale-del-libro-2018/, https://ilgiornaledeiveronesi.it/attualita/cultura/storia/2023-al-via-anno-di-ricorrenze-simone-vesentini-racconta-il-suo-8-settembre-1943/).
Matteo Peretti: Ben 120 dalla nascita di Orwell, autore, però, mi permetto, ancora attuale.
Simone Vesentini: Sono passati veramente tanti anni, ma il caro George se li porta alla grande! Orwell non è solamente attuale, ma è stato un personaggio poliedrico e un incredibile precursore dei nostri tempi. Aveva una visione del futuro che definirei più attuale e più concreta rispetto a quella che tanti pensatori contemporanei, o presunti tali, hanno del presente! Solo per farti un esempio, la sua critica continua all’Unione sovietica di Stalin, mi ricorda l’avversione mondiale, scaturita l’anno scorso dopo l’invasione dell’Ucraina, nei confronti della Russia di Putin.
M: Quindi ti potremmo definire un orwelliano! E hai preso ispirazione in qualche tua fatica dal capolavoro “La fattoria degli animali”?
S: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri… la bellezza e la profondità di questo romanzo allegorico, a mio parere, si possono racchiudere in questa frase pronunciata dal maiale Napoleone. Più che un orwelliano, mi ritengo un umile estimatore di questo grande maestro del Novecento. Non oso quindi affermare di essermi ispirato direttamente a Orwell, ma di certo, come suo attento lettore, qualcosa dei suoi romanzi si potrà ritrovare nei miei… lascio comunque ai lettori l’ardua sentenza!
M: E, invece, di “1984”, cosa mi dici? Di quel futuro cupo e distopico…
S: In questo caso non posso esimermi dal risponderti con un riferimento diretto al mio terzo romanzo, intitolato “Stramaledetta lei!”, che, se non sbaglio, è tra i tuoi preferiti!
M: Mai sentito.
S: Come “1984” è ambientato in un futuro degenerato, dove vige una ferrea censura e un feroce controllo poliziesco. Questa tua domanda ha aperto la mia mente e mi ha fatto comprendere quante similitudini abbia il mio romanzo con questo capolavoro di Orwell, che chiude la sua breve vita, come se fosse il suo testamento.
M: Grazie Simone. Ti fermo perché tra un po’ rischiano di definire l’autore inglese come un “vesentiniano”! E dopo l’ultimo tuo romanzo “La storia di Gemma”, cosa bolle in pentola?
S: Caro Matteo, al momento, nel mio pentolone letterario, non bolle assolutamente nulla… “La storia di Gemma” ha un grande importanza per me e, al momento, non mi sento di darle un seguito con altri lavori.
M: Vuoi aggiungere qualcosa Simone? Ho visto cambiare la tua espressione e il tono della tua voce?
S: Scusami per la commozione, che non sono riuscito a nascondere ai tuoi occhi. Nel mio romanzo “La storia di Gemma” si parla di fatti realmente accaduti, durante la Seconda Guerra Mondiale, alla mia nonna materna, Gemma per l’appunto, che è venuta a mancare pochi giorni fa. Quindi puoi capire la mia grande emozione nel ricordarla e il mio orgoglio nell’aver messo su carta i ricordi della sua giovinezza. Fortunatamente ha fatto tempo a leggere questa storia che la riguardava e l’ha apprezzata molto. Pensa che è riuscita persino a farmi vendere qualche copia in più, ai parenti e agli amici che andavano a trovarla…
M: Degna del nipote!
S: Giá, ti sono assai grato per avermi dato l’occasione di ricordarla!
M: Doveroso Simone! E a presto per altri anniversari letterari! Certamente i nostri 3 o 4 lettori non rimarranno delusi!
di Matteo Peretti