NON ESISTONO BAMBINI DIFFICILI.
Bambini difficili, che brutta etichetta…e quante volte l’ abbiamo sentita o utilizzata anche noi. Sono quei bambini che non riescono a star al “passo” con gli altri, buoni, fermi o in ascolto.Sono quei bambini che mettono enormi barriere davanti a sé, tra loro e “l’ altro”, per difesa, adottando spesso un atteggiamento oppositivo, sovversivo, incline al non rispetto delle regole e delle autorità.Sono quei bambini che cercano costantemente attenzioni, scegliendo spesso modalità non positive per ottenerle, ma a loro poco importa, l’ importante è averla, questa preziosa attenzione.La maggior parte di questi bambini sono oggi diagnosticati dai medici come iperattivi e con deficit di attenzione (ADHD). Spesso questi due disturbi si presentano combinati insieme e talvolta si associano ad essi anche il disturbo di opposizione o altri più o meno gravi disturbi del comportamento.Altri bambini invece presentano qualche disturbo dell’ apprendimento (DSA).Ma non importa quale sia la diagnosi, sono comunque sempre loro gli “ultimi”, difficili da gestire per genitori e insegnanti.Con loro qualsiasi metodologia educativa pare non funzioni, né i castighi e le punizioni ( spesso del tutto inefficaci) ne il dargli loro piena libertà su tutto. Spesso questi bambini sono una miniera di talenti e creatività nascoste, ben celate sotto strati di finta indifferenza e ribellione. A volte vengono da situazioni famigliari complesse e non vengono compresi dagli adulti che si rapportano con loro.La chiave per interagire con questi bimbi è l’ ascolto, lo stabilire da subito una comunicazione chiara e semplice, l’aprire un canale comunicativo – affettivo.Si deve parlare, parlare tanto con loro, così da instaurare un rapporto di reciproco rispetto e fiducia, perché sono proprio il rispetto e la fiducia le cose più difficili da conquistare. Questi bambini hanno bisogno di sincerità e chiarezza e regole ben precise, di confini chiari per sapere dove e come potersi muovere, sapendo che l’ adulto è una guida. Bisogna lavorare molto sulla loro intelligenza emotiva facendoli sentire accettati, al sicuro, facendogli vedere dove e quando sbagliano ma senza mai far mancare loro il rispetto.Ascoltiamoli, comunichiamo con loro, essendo guide amorevoli così da poter costruire una relazione affettiva basata sulla cooperazione e la sincerità e il rispetto reciproco. Non esistono bambini difficili, esistono bambini unici e ognuno nella sua unicità deve sentirsi speciale, unico e irripetibile come essere umano.
Alessandra Cordioli