La Formula 1 cattura ancora oggi l’interesse di migliaia e migliaia di appassionati anche nello Stivale, sebbene da diverso tempo, ormai, non si intravedano piloti italiani gareggiare ad alti livelli. La Ferrari sta raccogliendo numerose delusioni negli ultimi anni e di conseguenza non rimane che ammirare i campioni di altre scuderie e nazionalità come Max Verstappen della Red Bull, puntualmente favorito nelle quote che riguardano la Formula Uno. Sembra quasi un paradosso, considerando che in passato ci sono stati invece diversi professionisti nostrani che hanno portato in alto il tricolore a bordo delle quattro ruote. Curiosamente, alcuni piloti storici erano tutti originari del Veneto: si tratta nella fattispecie di Riccardo Gabriele Patrese, di Luca Badoer e di Giorgio Patano, che hanno attraversato le piste in tre epoche differenti.
Il più anziano era Riccardo Patrese, classe 1954 e nativo di Padova. Da giovane si era laureato campione mondiale con i kart, per poi eccellere anche nel campionato italiano ed europeo di Formula 3. La sua attività ai massimi livelli è stata piuttosto longeva, dato che sono oltre 250 i GP disputati in Formula 1 dal 1977 fino al momento del ritiro, avvenuto nel 1993. Il suo è stato un primato rimasto tale per 15 anni, anche se delle tante corse sostenute in carriera ne ha vinte appena 6. A credere in Patrese erano state Shadow, Arrows, Brabham, Alfa Romeo, Williams e infine Benetton.
La sua passione per i motori si spinse fino ai sportprototipi, dove si distinse con le vetture Lancia, mancando per poco il titolo mondiale nei primi anni ‘80. In 6 occasioni Patrese è diventato campione italiano assoluto di velocità e ad oggi è ancora l’ultimo pilota italiano ad aver concorso per il titolo mondiale in Formula 1. Patrese era considerato dagli addetti ai lavori un pilota aggressivo, a tratti persino scorbutico, che non si faceva problemi ad entrare in discussione con i colleghi. Anche se forse il carattere non era dei migliori, però, oggi si sente chiaramente la mancanza di piloti del suo livello.
Un altro grande pilota veneto era Luca Badoer, nato a Montebelluna nel 1971. Il suo esordio in Formula 1 arrivò nel 1993 grazie alla Lola-Ferrari: insieme a Michele Alboreto fu costretto però ad esperienze ben poco soddisfacenti, anche perché la sua vettura era meno avanzata rispetto alle concorrenti. L’unico risultato positivo fu da individuare nel confronto con il compagno, battuto sia nelle qualifiche sia in gara. L’anno successivo Badoer divenne collaudatore per conto della Minardi. Nel 1998 Jean Todt lo scelse poi come collaudatore per la Ferrari, dove è rimasto per ben 12 anni. L’ultima annata da protagonista sulle piste fu quella del 1999 con la Minardi. Nemmeno quando Michael Schumacher incontrò problemi seri riuscì ad essere promosso come prima guida della Ferrari: è forse questo il rimpianto più grosso della carriera di Badoer, che comunque è rimasto legato a lungo al “cavallino rampante”, ricoprendo anche ruoli di rappresentanza in occasioni speciali come le Olimpiadi invernali di Torino.
Badoer è riuscito a togliersi qualche soddisfazione solo diverso tempo più tardi, precisamente nel 2009, quando sostituì nel clamore generale l’infortunato Felipe Massa, disputando così qualche Gran Premio e segnando il ritorno storico di un italiano al volante della “Rossa”. I risultati furono tutt’altro che straordinari e il pilota commise anche molteplici infrazioni, tanto che a stagione in corso fu rimpiazzato Giancarlo Fisichella, altrettanto sfortunato nel rendimento. Si trattò comunque di un periodo particolare per lo Stivale, in quanto in Formula 1 gareggiarono quell’anno ben 4 italiani. Il ritiro definitivo sopraggiunse l’8 dicembre 2010, a Bologna, nel corso del Motor Show. Badoer è detentore di un curioso record: si tratta infatti del pilota che ha partecipato al maggior numero di gare senza ottenere mai punti.
Infine, meritevole di menzione è anche Giorgio Pantano, originario di Conselve. Classe 1979, vanta all’attivo un’unica stagione in Formula 1, dove debuttò nel lontano 2004 con la Jordan. In occasione della settima gara, curiosamente, il suo posto fu preso da Timo Glock in quanto i suoi sponsor non avevano ancora effettuato alcuni pagamenti alla scuderia, ma tornò in pista già nella tappa successiva. Il bilancio non fu comunque dei migliori, dato che ben presto si registrarono 5 ritiri nel giro di appena 7 gare. Per il finale di stagione fu quindi Glock a riprendere in mano il volante. Di certo i ricordi di quel periodo non sono entusiasmanti se si pensa esclusivamente ai risultati: Pantano non è mai riuscito ad andare oltre la tredicesima piazza. Una volta terminata la breve parentesi con la Formula 1 il pilota iniziò a gareggiare nella nuova serie GP2 con la Super Nova Racing, per poi sperimentare la serie americana Indy Racing League con il Chip Ganassi Racing.