Una chiesetta in disparte, nascosta alla vista della soprastante e trafficata via Tombetta, nel vicolo Basso Acquar a ridosso del canale Camuzzoni, I divieti d’accesso d’ambo le parti nel vicolo (a parte il traffico consentito a residenti ed operatori) isola maggiormente il luogo. Se non si sa che sia lì presente, è difficile che si scopra casualmente. Si tratta dell’ex tempio cattolico dedicato a San Gaetano Thiene (Vicenza, ottobre 1480 – Napoli, 7 agosto 1547, cofondatore dell’Ordine dei chierici regolari teatini, proclamato santo da papa Clemente X il 12 aprile 1671, definito “Santo della Provvidenza” e con sua memoria liturgica stabilita al 7 agosto).
Una richiesta della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia al vescovo
Perché ex? Per il fatto che, dal 2012, è stata affidata dalla diocesi alla comunità ortodossa moldava (dipendente dal vescovado ortodosso romeno d’Italia), come da quanto apposto sulla porta d’ingresso: “Episcopia Ortodoxă Română a Italiei – Parohia Ortodoxă Verona II – Sfanta Mucenitā Sofia şi Fiicele Pistis/Vera – Elpis/Nadejda – Agape/Liubovi”, cioè “Episcopato Ortodosso Romeno d’Italia – Parrocchia Ortodossa per Moldavi Verona II – Santi Martiri Sofia e le Figlie Pistis/Vera – Elpis/Nadejda – Agape/Liubovi”, con sottostante l’orario delle messe, al sabato ed alla domenica e l’indicazione del “preot paroh Vladimir” (“prete della parrocchia Vladimir”).
Secondo quanto precisato nel giugno 2016, su richiesta di informazioni sul cambio devozionale, da don Luca Merlo, delegato diocesano per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso, a nome del vescovo d’allora, mons. Giuseppe Zenti, “Nel 2011 il vescovo Siluan della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia ha chiesto a mons. Zenti una chiesetta da destinare alle celebrazioni dei fedeli moldavi che seguono un calendario liturgico diverso da quello romeno. Ispirandosi a quanto prevede il Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo (1993), n. 137: «Le chiese cattoliche sono edifici consacrati o benedetti, che hanno un importante significato teologico e liturgico per la comunità cattolica. Di conseguenza, sono generalmente riservate al culto cattolico. Tuttavia, se sacerdoti, ministri o comunità che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica non hanno un luogo, né gli oggetti liturgici necessari per celebrare degnamente le loro cerimonie religiose, il vescovo diocesano può loro permettere di usare una chiesa o un edificio cattolico e anche prestar loro gli oggetti necessari per il loro culto», è stata chiesta ospitalità alla Parrocchia di Santa Teresa di Gesù Bambino, retta dai Padri Carmelitani, che possiede la chiesetta di S. Gaetano, trasformata nel frattempo in sala polifunzionale e comunque poco usata. Il parroco di allora, padre Damiano La Manna, dopo aver informato e coinvolto il Consiglio Pastorale Parrocchiale, espresse la disponibilità ad accogliere la piccola comunità moldava. Nel 2012 fu quindi stipulata una convenzione per la concessione della chiesetta di S. Gaetano, che è stata rinnovata nell’ottobre 2015”. Convenzione che, ovviamente, ha trovato ulteriori conferme.
La visita pastorale del 15 marzo 1739
Interessanti ed utili notizie sulla modesta chiesa di San Gaetano Thiene provengono dalla consultazione dell’Archivio storico della Diocesi di Verona presente in rete (https://archiviostorico.diocesiverona.it/it/), dove vengono elencate e descritte le visite pastorali del vescovo all’epoca, Giovanni Bragadin (o Bragadino, Venezia, 21 agosto 1699 – Venezia, 23 dicembre 1775), eletto pastore in ambito scaligero da papa Clemente XII il 2 marzo 1733, consacrato il 15 marzo successivo ed in carica fino al momento in cui, il 27 novembre 1758, fu confermata da papa Clemente XIII la sua nomina a patriarca di Venezia, con solenne ingresso il 12 febbraio 1759, restandovi fino alla morte.
Nei manoscritti relativi al biennio 1738-1739 (https://archiviostorico.diocesiverona.it/images/Immagini_articoli/Pubblicazioni_on_line/bragadino_61_quintus_citta_1738-1739.pdf) e riportati fedelmente, a pagina 20 viene rendicontata anche la visita a San Gaetano, al tempo appartenente al vasto comprensorio della chiesa cittadina di Santissima Trinità. Era domenica 15 marzo 1739. Redatto originariamente in latino, il testo annota (parlando in terza persona, in riferimento al vescovo): “Visitò l’oratorio pubblico intitolato a San Gaetano sotto gli stessi limiti della Santissima Trinità, eretto e dotato intorno all’anno 1731, secondo gli atti esistenti nella cancelleria vescovile, per la pietà di Giovanni Atavanti Fornareti, che provvede al mantenimento e al decoro. Vi è un unico altare dove con la stessa devozione il signor Giovanni Atavanti Fornareti fa celebrare la messa in ogni giorno di festa dal reverendo signor Vincenzo Boscaini. Vide la sacra reliquia del legno della santissima Croce di nostro Signore Gesù Cristo, visionata in questa cancelleria episcopale il 15 ottobre 1732; l’altra del piviale di S. Gaetano Thiene, come sopra rivisto il 22 agosto 1733. Visitò la sacrestia, trovò gli arredi e gli arredi sacri ben forniti e non ordinò nulla. Quindi ritornò al suo palazzo episcopale”.
Il “giallo” delle preziose reliquie
Dunque, al momento della venuta pastorale del vescovo Bragadin, il già citato 15 marzo 1739, nella chiesetta di San Gaetano Thiene erano custodite due pregiate reliquie: un pezzetto della croce su cui venne crocifisso Cristo ed un brandello del piviale (pluviale, cappa, mantus, paramento liturgico) di San Giovani Thiene, ambedue accertate da autorità diocesane.
Che fine hanno fatto queste tracce di memoria devozionale?
Se lo chiede (e vorrebbe finalmente saperlo) anche il prete moldavo Vladimir che, saputo della circostanza storica, insiste per conoscere dove siano finiti quegli elementi di venerazione. Da anni lui si prende cura del lascito cattolico assieme alla moglie, contando sulla collaborazione dei più disponibili fedeli che, affluendo per i momenti d’ufficio religioso, si fermano poi per stare e pranzare semplicemente insieme, in amichevole atmosfera, con spazio per i bambini nel parco ben tenuto dove, anni fa, stavano i campi da tennis d’un circolo.
Dalla decadenza alla “nuova vita”
Prima della “cura moldava”, la piccola chiesa aveva l’ingresso murato (com’è tuttora la porticina a lato, forse quella originaria) e presentava un preoccupante degrado esterno che aveva intaccato soprattutto la facciata, con intonaco caduto e mattoni in evidenza. Il campanile era privo di campana, oggi rimessa al posto dovuto.
Le foto di due articoli qui aggiunti (da “Verona Fedele” del 13 giugno 1982 e da “L’Arena” del 31 dicembre 1992) documentano le condizioni del tempio cristiano dedicato a San Gaetano Thiene in quegli anni ma pongono interrogativi sull’assenza della porta minore, del suo architrave triangolare e d’un altro elemento architettonico soprastante. Che si tratti di scoperte effettuate durante lavori di restauro certamente eseguiti in anni successivi?
Passato dalla giurisdizione ecclesiastica della Santissima Trinità a quella di Tomba Extra nel 1858, l’edificio sacro cambiò ancora competenza nel 1967 entrando a far parte della parrocchia di Santa Teresa di Gesù Bambino, retta dai carmelitani scalzi. Stranamente, a parte quanto menziona il manoscritto diocesano sulla visita del vescovo Bragadin, nessun altro dettaglio è emerso dagli archivi parrocchiali di Tomba Extra e di Santa Teresa (con referenti consultati a suo tempo). Infatti, non conservano documentazione riguardo alla chiesa in vicolo Basso Acquar ed il sacerdote della Santissima Trinità, avvicinato per avere qualche informazione, ha addirittura ammesso d’essere all’oscuro dell’esistenza della chiesetta stessa.
San Gaetano Thiene rappresentava per la gente del posto, nel lontano passato, un momento di festa popolare alla sua ricorrenza il 7 agosto, una sorta di sagra con balli ed animazione. Passando da cattolica ad ortodossa, la pratica religiosa ed il senso d’aggregazione pare siano tornati in auge nell’angolo prima dimenticato di Basso Acquar, grazie alla comunità moldava ed al suo preot Vladimir…
Servizio e foto di Claudio Beccalossi