Individuata nel Cimitero monumentale di Verona (presso l’imponente tomba della famiglia Fedrigoni e del fondatore nel 1888 della nota società produttrice di carte speciali per imballaggio, grafica, editoria, belle arti, sicurezza e materiali autoadesivi, Giuseppe Antonio) la dimenticata inumazione d’una delle vittime del bombardamento aereo effettuato il 14 novembre 1915 (tra le ore 8.10 e le 8.40) da tre Tauber austriaci su piazza Erbe che provocò subito 30 morti (che poi salirono a 36) e 28 feriti.
Si tratta del loculo che ospita i resti dell’adolescente Arturo De Witt, deceduto due giorni dopo il grave ferimento nel tragico fatto.
La lapide riporta: “Giovane sedicenne reciso nella primavera della vita in seguito a ferita riportata per l’incursione degli aeroplani nemici spirava l’anima nel bacio del Signore il XVI novembre MCMXV”.
Sul luogo della caduta delle bombe (oggi piazzetta XIV Novembre) venne realizzato, ad opera dello scultore Egidio Girelli (Sommacampagna, 4 gennaio 1878 – Verona, 30 aprile 1972) ed inaugurato il 14 novembre 1920, il monumento commemorativo intitolato “La Civiltà Italica”: una figura femminile in abiti presumibilmente romani che alza al cielo (da dove arrivò il lutto) una spada. Essendo a seno scoperto, fu denominata, in dialetto veronese, “la Tetona” (“la Tettona”).
Il basamento cita: “Qui nemico velivolo su placida vita d’inermi tra luci d’arte e di storia piovve barbaro fuoco / Compiuto l’eccidio XIV novembre MCMXV / Dedicato il bronzo XIV novembre MCMXX / Dal luogo sacro la Civiltà Italica arra di libertà e giustizia tende la spada”.
L’aver ritrovato l’ultima dimora di Arturo De Witt è l’ennesima conferma di quanto il Cimitero monumentale di Verona (al pari di altri disseminati negli ambiti comunale e provinciale, in Italia ed all’estero) costituisca una “biblioteca biografica” di persone e vicissitudini.
Da restituire debitamente alla storia…
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi
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