Molte le ricorrenze di questo 2023. Sono, infatti, passati 400 anni dalla nascita di Molière e 100 da quella di Calvino, 150 della morte di Manzoni e 50 da quella di Pablo Picasso. E, ancora, tra gli altri anniversari, 80 anni dall’armistizio e dalla conseguente occupazione nazista dell’Italia, 30 anni della storica firma dei trattati di non proliferazione nucleare tra USA e Russia e, infine, vent’anni dall’inizio della Seconda guerra del Golfo. Mai come quest’anno letteratura e storia sembrano incrociarsi. E, secondo voi, potevamo non parlarne con il nostro scrittore veronese preferito, Simone Vesentini?
Matteo Peretti: Simone, anno nuovo… anno di celebrazioni!
Simone Vesentini: Ciao Matteo, è bello ritrovarsi dopo tanto tempo! Hai detto bene, numerose ricorrenze quest’anno. Tralascerei quelle storiche e mi concentrerei più su quelle letterarie, tu che dici? Quindi come non parlare di Alessandro Manzoni? L’autore del romanzo storico italiano per eccellenza…
M: Se hai piacere, ricorda a modo tuo, questo scrittore che è considerato, da molti, uno dei padri della letteratura moderna!
S: Caro Matteo, io faccio parte dei “molti” che lo considerano un caposaldo della letteratura moderna. Era un uomo profondamente cattolico, che ebbe numerosi riconoscimenti in vita e che fu molto apprezzato dai suoi contemporanei. Nonostante questo successo, ebbe una vita sfortunata, segnata da problemi di salute, soffrì infatti di nevrosi ed era claustrofobico, e fu afflitto da numerosi lutti famigliari, che ne segnarono irrimediabilmente l’esistenza, portandolo a un progressivo isolamento sociale. Ma questa sua segregazione volontaria non limitò assolutamente i suoi contatti epistolari con i migliori rappresentanti della cultura europea di quegli anni, tra cui Goethe e Antonio Rosmini. Era un uomo legato alla tradizione, ma nello stesso tempo proiettato verso le novità estetiche, in particolare verso il romanticismo britannico, fu infatti influenzato profondamente da Walter Scott e dal genere del romanzo storico, che nelle sue mani si trasformò in una vera e propria opera d’arte.
M: Come da te specificato, Manzoni è stato uno dei padri del romanzo storico. Secondo le definizioni più comuni, è un’opera ambientata in un’epoca passata che tenta di far rivivere al lettore usi, costumi, mentalità e modo di vivere del periodo narrato, aggiungendo, senza snaturarne l’ambientazione, anche personaggi di fantasia ad altri storici. È un filone letterario in declino per te, o destinato a tornare protagonista?
S: In passato, questo genere letterario, è stato esaltato da opere immortali. Oltre al già citato grande Alessandro, come non ricordare: “Ivanhoe” di Walter Scott o, altro libro che adoro, “Via con vento” di Margaret Mitchell. Credo comunque che il romanzo storico sia assolutamente attuale e aggiungo che ci sono dei degni rappresentanti italiani, che si dedicano a questo genere, anche ai nostri giorni. Sono sicuramente da menzionare: il professor Alessandro Barbero, vincitore tra l’altro del Premio Strega nel 1996, Valerio Massimo Manfredi e soprattutto…
M: Hai mai pensato di cimentarti con tale genere?
S: Se non mi avessi interrotto, così bruscamente, avrei aggiunto anche un altro scrittore italiano a questa nobile lista! Mi riferisco a Simone Vesentini… non è un caso di omonimia, ma sono realmente io! Da poco è infatti uscito il mio quinto romanzo, che definirei storico, intitolato “La storia di Gemma”, acquistabile, in tre differenti formati, su un noto sito di shopping online che comincia con la A e finisce con N!
M: Il solito simone… senza farti auto-marchette…di cosa parla?
S: Lo sai che non sono solito farmi pubblicità, ma se insisti… ti accontento subito! La protagonista è Gemma, mia nonna, che narra la storia della sua giovinezza al nipote scrittore che, come avrai di certo intuito, sono io! Per fartela breve, l’ambientazione è quella della Seconda guerra mondiale, per la precisione dopo l’8 settembre 1943, quando la sua casa in collina, dove viveva con la numerosa famiglia, viene occupata da soldati tedeschi.
M: Ti fermo subito, Simone. Tempo ed editore piacendo, potremmo tornare sull’argomento tra qualche giorno. Sono giusto 80 anni da quell’8 settembre 1943… credo che l’argomento meriti una riflessione più calma, più accurata e più approfondita.
S: Ti do perfettamente ragione… ma solo per questa volta! È un argomento avvincente, che merita sicuramente più tempo. Attenderò quindi, con impazienza e con ansia da prestazione, le tue prossime domande.
M: A presto e un “a presto” anche ai nostri 3 o 4 lettori!