Ci sono devoti e “devoti” tra quanti entrano nella suggestiva basilica di Santa Teresa di Gesù Bambino, tra le vie Molinara e Santa Teresa, in Borgo Roma, annessa al complesso conventuale dotato di chiostro, dov’è godibile ancora per poco un suggestivo presepe.










Soprattutto in questi giorni, pervasi dall’atmosfera di Natale in… dissolvimento, la chiesa in questione ed altre sono frequentate anche da qualche “furbetto”, importuni questuanti ed approfittatori a caccia di occasioni propizie. Come quello che è stato sorpreso a rovistare nella mistica cappella interna di Santa Teresa di Gesù Bambino, dove, nel retro dell’urna in bronzo massiccio che ospita la statua in cera della santa morente, sono collocati due contenitori per suppliche, preghiere, foto, ex voto, buste chiuse, messaggi, piccoli omaggi. Il tizio ha tentato d’aprire delle buste in cerca di denaro ma, accortosi d’essere osservato, ha desistito per poi defilarsi facendo finta di nulla.
Un episodio forse banale, da ordinaria amministrazione del disagio, ma che ha intristito l’involontario testimone del tardo pomeriggio nella basilica semideserta, immersa nel raccoglimento. Certo sarebbe servito a ben poco riferire la circostanza ai bonari carmelitani scalzi, a cui sono affidate chiesa e parrocchia, perché facciano maggior attenzione.
Del resto, chissà quante può averne viste il luogo sacro dal giorno della posa della prima pietra il 29 luglio 1901, preludio all’edificazione conclusa nel 1904 ed all’inaugurazione del 15 gennaio 1905 da parte del vescovo di Verona, cardinale Bartolomeo Bacilieri. Consacrata dapprima alla Sacra Famiglia, venne poi dedicata alla carmelitana francese Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, detta di Lisieux (Marie-Françoise Thérèse Martin, Alençon, 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897) dopo la sua proclamazione a santa il 17 maggio 1925 da parte di papa Pio XI, che già l’aveva beatificata il 29 aprile 1923.








Realizzata in stile neogotico ed elevata a basilica minore nel 1938 ed a basilica-santuario teresiano nel 1967, la chiesa raggruma dal 1925 marmi policromi, sculture, pitture, mosaici e vetrate di pregio opera degli artisti Francesco Perotti e Ferruccio Martinelli.






Nella controfacciata (inaugurata il 20 settembre 1931) si staglia il Trionfo, la Santità, l’Apoteosi del Carmelo, maestoso affresco del fiorentino Ugo Bargellini: ben 220 figure sistemate su 144 metri di parete.

Le porte laterali presentano due statue lignee di papa Pio X e di papa Pio XI.
La creazione di otto cappelle laterali, nell’ampia navata, andò avanti dal 1921 al 1964. Nella parte sinistra si trovano il battistero e gli altari del Sacro Cuore, della Madonna del Carmine e del Crocefisso mentre, su quella destra, s’aprono gli altri di Sant’Antonio, di Santa Teresa di Gesù Bambino, dei santi Teresa e Giovanni e del Bambino di Praga.







Fulcro dell’insieme religioso ed architettonico è la cappella di Santa Teresa di Gesù Bambino, riccamente decorata, con l’arca di bronzo sostenuta da quattro angeli mentre altri due in marmo vegliano ai lati la statua di cera dal dolce sorriso terminale, con la veste carmelitana e con l’autentico velo nero (dono con attestazione d’autenticità del Carmelo di Lisieux e della sua priora, Suor Agnese di Gesù, del 1° gennaio 1938), portato per anni dalla santa. Sul petto, poi, un reliquiario in filigrana d’argento contiene un frammento di vertebra della carmelitana.





Il campanile, a sua volta, venne completato nel 1955 ed accoglie un concerto di 9 campane del sistema veronese. S’alza su base quadrata, con cella campanaria dalle grandi bifore e dalla copertura a cuspide formata da metallo e vetro. Il rivestimento in cotto della facciata (originariamente in pietra d’Avesa) è del 1968.
Gli artisti, l’attesa e le stelle
Termina il prossimo 9 gennaio la mostra di opere di pittura, scultura, fotografia e poesia intitolata “Natale a Santa Teresa – Gli artisti, l’attesa e le stelle” allestita dagli aderenti all’Unione cattolica artisti italiani (Ucai) presso il Portico del Pellegrino, all’interno della basilica di Santa Teresa di Gesù Bambino, in via Volturno 1, a Verona.
Inaugurata il 19 dicembre scorso, la rassegna pluriespressiva espone lavori di Maria Grazia Bonomi, Leonardo Chelazzi, Ismaele Chignola, Alessandra Cicogna, Nazzarena Costa, Luigi Ederle, Gemma Fogliata, Giusi Forlati, Daniela Fornaro, Maria Giovanna Girardi, Annamaria Grisi, Nedda Lonardi, Annachiara Mazzocchi, Gaetano Patuzzo, Ernesto Pisani, Paola Reoli, Alessandra Trischitta e Stefania Vergazzini.
Da vedere. In extremis…
Servizio, foto e video di
Claudio Beccalossi