Alessia Ambrosi, veronese di nascita, trentina di adozione, classe 1982, è deputato della Repubblica dal 2022 eletta nelle file di Fratelli d’Italia. Da sempre attenta ai temi dell’inclusione e integrazione sociale, affronta oggi una nuova sfida: portare queste materie al Parlamento Europeo il prossimo 8-9 giugno. Ci riuscirà?
Matteo Peretti: Onorevole Ambrosi, da un anno e mezzo vive a Roma. Lei che è nata tra i marmi e le viti della Valpolicella, non è che si è imborghesita stando nella capitale?
Alessia Ambrosi: Mi è stato chiesto più volte perchè faccio politica. Essere o fare il politico per me è una missione.Significa avere passione per la cosa pubblica, capire e risolvere i problemi della gente, dettare delle linee di indirizzo, cercare di gestire al meglio i beni comuni per la convivenza tra le persone. È un compito non semplice e di grande responsabilità. Ed io la responsabilitá l’ho imparata bene stando al fianco di mia sorella Elena.Tutto é cominciato nell’ottobre dell’87 con la sua nascita. Io avevo 5 anni. Dopo circa un mese, in cui ha lottato ogni giorno per vivere con ogni sua forza, ha subito un arresto cardiaco ed è rimasta senza ossigeno con tutta una serie di conseguenze che l’hanno portata ad essere cerebrolesa con tetraparesi spastica. E da quel momento é cominciata per me e per la mia famiglia una nuova vita, vita diversa e speciale. E io a 5 anni sono diventata “grande” e la sua protettrice numero uno! Quindi la mia risposta é NO, non mi sono imborghesita, non me lo posso permettere per la responsabilitá che sento verso Elena e verso tutte le persone con disabilità – giovani o anziani che siano – e le loro famiglie. Ogni giorno combattono per una vita indipendente, ci insegnano come affrontare con forza vitale e grande dignità le difficoltà e ci regalano lezioni, e io combatto con loro.
M: In una sfortunata intervista, poi oggetto di correzione e smentita, un candidato alle Europee ha parlato di classi separate per i disabili. Lei che ne pensa?
A: Vorrei evitare di tornare su questo sgradevole argomento. Posso solo ripetere quanto ho giá affermato: sono stati fatti passi avanti, rispetto al passato, ma molto ancora c’è da fare. Manca ancora quella conoscenza della disabilità in grado di cacciare i pregiudizi e aiutare l’inclusione sociale.
M: L’Italia ha persino da qualche anno un Ministero per le disabilità. Sta quindi facendo abbastanza?
A: Tanto c’é ancora da lavorare affinché il benessere di queste persone sia garantito a 360 gradi. La partecipazione alla vita sociale di molti nostri connazionali con disabilità deve diventare questione di civiltà. Di più! Deve essere un diritto assoluto che lo Stato non sempre ha garantito. Si pensi all’accessibilità nei trasporti, nelle strutture ricettive, nei luoghi pubblici. Lì é spesso carente o disattesa. É urgente, poi, scommettere maggiormente sull’inserimento lavorativo dei ragazzi. Mi ripeto: manca una vera e propria cultura legata all’inclusione sociale e ai diritti delle persone con disabilità. Questo é un punto sui cui lavorare e impegnarci di più.
M: E l’Europa?
A: L’Europa deve giocare la vera partita che non si gioca solo sul «dopo di noi», bensì anche sul «durante noi». Solo investendo sul presente si può pianificare un futuro degno di questo nome. Di questo sono convinta e lo posso testimoniare in prima persona.
M: Ambrosi parlamentare europea, quale impegno si sente di poter prendere su questo argomento da, come afferma lei, europea, ma prima italiana?
A: Da quando sono in politica non è mai mancata la mia attenzione al tema e le famiglie possono contare in me su un interlocutore che parli la loro stessa lingua. So che non è facile per le istituzioni investire oggi per garantire un futuro domani, ma questa é la strada da intraprendere, e questo é l’impegno che intendo prendere come europea, ma prima italiana!
M: Conoscevo giá molti aspetti della sua vita familiare. Grazie per averli qui condivisi.
A: Non è cosa facile. Si temono reazioni, si rischia di essere strumentalizzati e, quindi, si tendono a nascondere i propri lati piu intimi. Emozioni e sentimenti sono, invece, presenti in un politico come in tutte le altre persone.
M: Anni fa (circa 26), quello che oggi é un modesto scrittore di pezzi sul giornaledeiveronesi.it, e che la sta intervistando ora, la votò come Miss Liceo. Cosa si sente di dirgli?
A: Beh, mi ha giá votato una volta, non sbagliando. Non sbaglierá nemmeno se mi vota una seconda l’8 o 9 giugno!
M: Grazie Onorevole e a presto (spero!)!
di Matteo Peretti