Marchesino (Buttapietra) – Un angolo “parente povero” di qualche canale veneziano. È quello che scorre al lato destro di via Marchesino (venendo da via Belfiore), vedibile dal ponticello all’imbocco di via Torre. Vecchie case debitamente ristrutturate sotto cui scorrono, facendosi largo nella rigogliosa ma controllata vegetazione spontanea, alcune acque dell’intrico di piccoli canali, derivazioni e prese immesso dalle tante risorgive (sortie in dialetto veronese, nel significato di uscite) sfruttate da secoli per usi irrigui (soprattutto nella coltivazione del riso) ed impiego dell’energia idrica (da parte dei mulini).
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Si tratta di consuetudini attive già dal XV-XVI secolo. Un documento attinente ai lavori di realizzazione dei condotti risalente al 30 luglio 1585, infatti, cita un certo Zampaolo Brà che chiedeva alla Repubblica di Venezia dominante l’autorizzazione alla gestione d’una fossa “la quale comincia a Ca’ di David, scorre sino a Buttapietra per ritrovarvene d’acqua per unirla con altra acqua di sua ragione per irrigare in pertinenza di Isola della Scala suoi beni”.
Le canalette in zona, note appunto come risorgive, ebbero ed hanno un ruolo storico rilevante nell’irrigazione dei campi. Risorgive originate dai fontanili, cioè da polle tondeggianti dalla capacità media di circa quindici metri ma pure oltre. L’acqua che contengono risale in superficie attraverso uno strato permeabile di sabbia e ghiaia che crea “bolle” al verificarsi d’urto più intenso dell’acqua o per effetto d’un tubo metallico, passepartout in grado d’intervenire a livelli profondi della falda per aumentarne la rilevanza idrica.
I tratti d’acqua originati dalle risorgive (come il Tartaro, il Tione, il Tregnon, il Bussè, il Menago, il Piganzo ecc.) costituiscono non solo una potenzialità d’irrigamento ma pure di scolo degli scarichi meteorici.
Come per gli altri corsi, monitoraggio, conservazione ed interventi in caso di necessità sono competenza del Consorzio di Bonifica Veronese (con sede in strada della Genovesa 31/e, a Verona) che segue oltre duemila chilometri di rivoli. Sue azioni di mantenimento hanno già interessato i fontanili della Fossa Toniola nel comune di Buttapietra e della Fossa Calfura in quello di Povegliano, tra le più rimarchevoli “teste” di risorgiva ubicate nell’area dell’Alta Pianura Veronese, tra San Giovanni Lupatoto e Mozzecane.
Alle funzioni… di prassi delle risorgive, a Marchesino come nei dintorni, vanno accostati vari aspetti ecologico-ambientali, con incubazioni e sviluppi nei loro ambiti di ingenti ecosistemi acquatici ad alta biodiversità.
Un patrimonio dal particolare e delicato habitat che necessita d’una regolare assistenza curativa sia sul fondale (con bonifica da sedimenti o da materiale franato) che sulle sponde (con un’opera di disboscamento selettivo degli alberi, attenzione al sottobosco, eliminazione di immondizie e sostanze inquinanti). Senza questi interventi (che sarebbero di routine) il bene naturalistico delle risorgive potrebbe subire graduali interramenti o cedere all’aggressione selvaggia di specie vegetali infestanti.
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi