- A Berdyansk, sotto controllo russo dal 27 febbraio scorso
- Lo show per i giornalisti nell’asilo d’infanzia
- I passaporti ucraini sostituiti da quelli della Federazione Russa
- SBU e “Myrotvorets” a caccia di “nemici dell’Ucraina”
- Dalle vecchie targhe ucraine alle nuove della Repubblica Popolare di Doneck
- Il curioso mar d’Azov
Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi
L’Hotel “Ucraina” a Berdyansk
Come al solito ad una velocità sostenuta, il pullman (con nazionalità targata, come molti altri autoveicoli nella DNR, con l’acronimo inglese DPR, cioè Donetsk People’s Republic) ha percorso gli 85 km che separano Mariupol da Berdyansk/Berdjans’k, città portuale sulla costa settentrionale del mar d’Azov, nell’oblast’ di Zaporizhzhia/Zaporižžja. Berdyansk è una località balneare celebre per i centri di benessere con bagni di fango e cure climatiche, occupata dalle truppe russe dal 27 febbraio 2022.
Abbiamo viaggiato sulla strada che guarda, a sinistra, agli alberghi ed agli stabilimenti balneari chiusi, con rare presenze di persone sulle spiagge.
Siamo arrivati all’Hotel “Ucraina”, sprangato a molto eventuali soggiornanti come gli altri ma preavvertito dagli organizzatori del press tour per ospitare autista, giornalisti e militari russi di coordinamento.
Ci ha accolto la coppia di titolari (che non masticavano alcun’altra lingua se non quella natale), una parca cena in un pergolato nella semioscurità e camere a due letti.
La notte è trascorsa aspettando il fatidico viaggio del giorno dopo, 31 agosto, verso Zaporizhzhia e la centrale nucleare di Energodar/Enerhodar, al centro dell’attenzione internazionale per il rimpallo di responsabilità sui pericolosi bombardamenti sulla sua area. Offensive in grado d’innescare un allarme radioattivo, nel caso venga colpito qualcuno dei sei reattori presenti, attribuite dai media occidentali ai russi (che detengono il complesso dopo averlo tolto agli ucraini) e, dalla mens sana informativa, agli ucraini all’esterno (interessati a bollare i russi colpevoli d’una presumibile catastrofe nucleare). Infatti, riesce difficile credere che le forze russe, entrate in possesso dell’importante e strategico sito che non vogliono mollare ad ogni costo, lancino missili su… se stesse, in un crescendo autodistruttivo. Ma tant’è…
L’asilo d’infanzia con copione
Il giorno dopo, rincuorati di buon mattino dal solo caffè nella reception, il pullman del gruppo s’è avviato verso Zaporizhzhia.
Prima di lasciare Berdyansk abbiamo visitato l’asilo infantile n. 26 nuovo di zecca (opera sempre dei russi).
I bambini hanno giocato e cantato con le loro insegnanti in giardino ed all’interno, videoripresi dai giornalisti. Le responsabili si sono prestate ad interviste ma tutto ha avuto il sapore d’una sceneggiata d’occasione, con piccoli “reclutati” per far da comparse in una giornata estranea all’inizio ufficiale dell’anno scolastico.
Ho fatto la prova del nove riguardo a miei dubbi.
Mentre il grosso dei giornalisti s’è spostato verso altri punti, sono tornato furtivamente indietro per salire le scale interne dell’asilo dove poco prima i marmocchi hanno ascoltato una canzoncina, interpretandola secondo le direttive della loro premurosa insegnante.
Ho trovato la stanza completamente vuota, così com’erano altrettanto deserti gli altri locali vicini (lettini per la pennichella pomeridiana compresi).Sms vietati perchè intercettabili dallo SBU Lo show allestito per i giornalisti è terminato. Ma rimane, in ogni caso, la versione buonista dell’aver preparato tutto quale fedele prova generale dell’apertura canonica a rassicurante uso e consumo di media internazionali.
Il rilascio di passaporti russi in sostituzione di quelli ucraini
La tappa successiva del convoglio è stato il centro stesso di Berdyansk, dove stanno funzionando uffici aperti per la consegna dei passaporti russi in sostituzione di quelli ucraini.
M’è sgusciata fuori una domanda: ma per quale motivo vengono consegnati, in fretta e furia, passaporti della Federazione Russa se Berdyansk appartiene, sempre de facto, alla Repubblica Popolare di Doneck? Forse in vista d’un inglobamento della DNR all’interno della stessa Federazione?
Apparentemente frastornati, sfiniti ma rassegnati, obbedienti al nuovo assetto, i cittadini di varie età sono pazienti in attesa del loro turno. Magari, i più anziani, rimuginando con qualche nostalgia gli anni sotto l’Unione Sovietica e poi, dal 24 agosto 1991, coinvolti nell’indipendente Ucraina. Ed ora nella Repubblica Popolare di Doneck, con la Federazione russa che rilascia i suoi passaporti considerando perentoriamente e senza alternative o compromessi i territori secessionisti e/o occupati non più competenza del governo di Kyïv.
Pullman e nutrita scorta, poi, hanno preso la via di Zaporizhzhia, lontana circa 200 km.
Abbiamo superato gli ormai familiari e frequenti checkpoint secessionisti e russi ma dopo un po’, gli autoveicoli si sono fermati a lato della strada rimanendo bloccati approssimativamente per un’ora senza che qualcuno fornisca spiegazioni. Finalmente i responsabili militari ci hanno informati di bombardamenti ucraini in corso su Zaporizhzhia ed Energodar, con implicazione anche dell’hotel previsto per il pernottamento. Di conseguenza, il proseguimento è stato giudicato pericoloso.
Sms vietati perché intercettabili dallo SBU
Inoltre, ci hanno riferito dell’uccisione in un attentato del capo della polizia di Berdyansk e si sono sentiti obbligati ad ammonirci con fermezza a non inviare sms con qualsiasi social citando, se al corrente, i luoghi dove ci si trovava o ci saremmo spostati, alberghi compresi.
Esiste il reale rischio d’essere intercettati dal famigerato Servizio di sicurezza ucraino (agenzia dei servizi segreti e di controspionaggio nota con l’acronimo SBU, Služba Bezpeky Ukraïny) e di diventare obiettivi, ancor più come gruppo di giornalisti al seguito di militari russi, d’attacchi mirati.
Gli appartenenti allo SBU non sono mammolette. Infatti, in base, ai rapporti della Missione di monitoraggio dei diritti umani dell’Onu in Ucraina, membri del servizio si sono resi responsabili di molti episodi di violazione dei diritti umani, come omicidi (di politici, giornalisti, oppositori), rapimenti, detenzioni segrete, stupri, torture, istigazioni all’assassinio, violazioni delle libertà d’opinione e d’espressione.
Come non bastasse, lo SBU sarebbe dietro al discusso sito web “Myrotvorets” (letteralmente, “Il pacificatore” o “Il custode della pace”, operativo dalla fine del 2014) che scheda e diffonde informazioni personali sui “nemici dell’Ucraina” (veri o presunti) o, secondo quanto viene ribadito sul sito stesso, su individui le “cui azioni mostrano segni d’attività criminale contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina, la pace, la sicurezza umana e la legislazione internazionale”.
Per “Myrotvorets”, ovviamente, la “Russia is Aggressor and Terrorist Country” (“La Russia è un Paese aggressore e terrorista”). Ed avverte: “Terrorussia soon in every country with Russian-speaking immigrants” (“Terrorussia presto in ogni Paese con immigrati di lingua russa”).
Chi è più curioso vada anche solo sull’home page di https://myrotvorets.center/ per rendersi conto (tramite truculenti foto e lunghi elenchi) del livello d’abietta delazione e d’incitamento alla “giustizia” fai-da-te attuata dai curatori del sito (che attende addirittura donazioni tramite carta di credito) dove può finirci chiunque senza possibilità di rimozione, nonostante assoluta estraneità ad azioni e pensieri d’odio. Qualsiasi viaggiatore autorizzato dalle autorità delle repubbliche secessioniste del Donbass o della Crimea (pure per motivi istituzionali, umanitari, professionali, informativi ecc.) mette a repentaglio la propria vita con la registrazione per default nel sito integralista, tramite una catena di confidenti e quinte colonne. Ciò (ed è gravissimo) nel silenzio dei Paesi occidentali, coralmente ed incondizionatamente pro Ucraina, con copertura politica e morale d’ogni eccesso.
Il cambio di targhe automobilistiche
Dopo il predicozzo a fin di bene riguardo agli sms, siamo dovuti rientrare nella cittadina sul mar d’Azov, facendo prima tappa alla periferia dove è operativo un centro per il cambio delle targhe automobilistiche, dalle ucraine alle nuove della Repubblica Popolare di Doneck, con la bandiera a strisce orizzontali (dall’alto) nera, blu e rossa e la sigla DPR di Donetsk People’s Republic.
A Berdyansk e non solo circolano auto con vecchie e recenti targhe ucraine e quelle della DPR, ultima transizione burocratica, quest’ultima, probabilmente non definitiva.
Lo “strano” mar d’Azov
Rimandata la missione a Zaporizhzhia al giorno successivo, 1° settembre, non è rimasto che “rincasare” all’Hotel “Ucraina” per il secondo pernottamento non previsto.
Il tempo libero a disposizione è servito al gruppo a ritemprarsi parzialmente dalla continua tensione ed a far la conoscenza con lo “strano” mar d’Azov nel quale è stato sconsigliato immergersi per il proliferare di grosse meduse (raccomandazione che non ho rispettato, soprattutto per testare la salinità dell’acqua, bassa rispetto all’usuale marina).
Definito parte settentrionale del mar Nero a cui è collegato tramite lo stretto di Kerč’ (con la penisola omonima ad ovest e quella di Taman’ ad est), la superficie dell’Azovoskoe more (in russo) copre 37.555 km² ed ha lunghezza e larghezza massime pari rispettivamente a 340 km e 135 km. La profondità massima intorno ai 13,5 m e quella media di 3/7 metri ne fanno il mare meno infossato al mondo. Un’esclusività geografico-turistica che il conflitto russo-ucraino ha, per il momento, accantonato in attesa di tempi migliori.
3 – Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini
Leggi le altre parti del reportage
- REPORTAGE ESCLUSIVO. Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini | Parte 5A Mosca, nei pressi della piazza Rossa Le cattedrali ortodosse di San Basilio e di Kazan’ L’intervista all’“ucraino putiniano” Juri Podolyaka La “bisboccia del commiato” nel tipico locale “Taras Bulba” Il ritorno in Italia via Istanbul Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi All’aeroporto d’arrivo a Mosca ci ha accolto Andrew/Endryu, un collaboratore di
- REPORTAGE ESCLUSIVO. Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini | Parte 4Severi controlli per accedere alla centrale nucleare di Zaporizhzhia Missile e drone-kamikaze mostrati dai russi come prove di attacchi ucraini Il sopralluogo dell’IAEA nell’impianto bombardato I boati delle esplosioni in lontananza Nervosismo alle stelle e rientro a Rostov sul Don ed a Mosca Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi Da Berdyansk ad Energodar
- REPORTAGE ESCLUSIVO. Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini | Parte 3A Berdyansk, sotto controllo russo dal 27 febbraio scorso Lo show per i giornalisti nell’asilo d’infanzia I passaporti ucraini sostituiti da quelli della Federazione Russa SBU e “Myrotvorets” a caccia di “nemici dell’Ucraina” Dalle vecchie targhe ucraine alle nuove della Repubblica Popolare di Doneck Il curioso mar d’Azov Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi
- REPORTAGE ESCLUSIVO. Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini | Parte 2Doneck nel mirino di missili ucraini Giornalisti a tu per tu col leader della Repubblica Popolare, Denis Vladimirovič Pušilin L’opera russa di normalizzazione sociale a Volnovakha Le rovine di Mariupol e la rapida edificazione di nuovi complessi residenziali Finalmente svelato il “segreto” della “Z” su blindati ed automezzi militari di Mosca? Servizio, foto e video di
- REPORTAGE ESCLUSIVO. Ucraina sud-orientale. Dove separatisti e Putin ridisegnano i confini | Parte 1Il lungo viaggio aereo da Milano a Mosca a causa delle sanzioni 10 ore d’attesa per il cambio a Dubai ed il successivo decollo dalla capitale russa per Rostov sul Don L’incontro con “i sanguinari Kadyrovtsy ceceni” Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi La premessa Ficcare il naso sull’altra faccia della medaglia del