“Proibiti” alla pubblica attenzione, “visti da vicino” solo da occasionali autorizzati e disdegnati dagli abitudinari attorno, campano su tratti di binario vecchi assi con ruote di motrici e vetture di treni (anche d’epoca) che farebbero gola a musei ed istituti tecnici, oltre che ad amatori e collezionisti del ramo. L’ingegneria di settore identifica sala montata l’insieme formato da due ruote e dall’asse corrispondente (assile o sala) d’un veicolo ferroviario. I “relitti derelitti” si trovano in un’area marginale ben poco curata, come logica detterebbe, all’interno dell’ex Deposito Locomotive Santa Lucia (oggi Impianto manutenzione rotabili di Trenitalia e Mercitalia Rail del Gruppo…
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L’abbandono da… bollino rosso della molto ex “Centrale del latte di Verona”, in via Francia, da lungo, troppo tempo, è una pesante vergogna. La travolgente incuria e l’arrogante degrado che riguardano il complesso sono ormai diventati perfino seccanti, oltre la misura dell’elementare buon senso. È un’immagine periferica che deprime, oscenamente esposta ai frequentati pressi del casello autostradale di Verona Sud, di Veronafiere, dei relativi parcheggi, di hôtels vari (tra cui il confinante, suo malgrado, top hôtel Crowne Plaza) e degli avanzi da fallimenti, chiusure, delocalizzazioni, affittasi e/o vendesi di quella che era la “gloriosa” Zai (Zona agricolo industriale). Dopo il…
La manifesta trascuratezza d’un manufatto impropriamente ed immeritatamente definito “minore” quando, invece, costituisce un’anonima fattura d’arte/artigianato dalla schiettezza senza fronzoli, se non quelli della pia devozione e della riconoscenza per il beneficio di cosiddetti “miracoli”. Si trova ad un angolo tra le vie Massimo d’Azeglio e Luigi Lenotti, nella zona di San Zeno. Rappresenta il culto popolare (meglio, la pietà popolaresca), la tradizione religiosa, la gratitudine per grazia ricevuta. La memoria e l’affetto. Cinta da vari tasselli incastonati P. G. R., una lastra recita: “Dolce cuor di Maria siate la salvezza dell’anima mia. Indulgenza di 300 giorni concessa da Pio…
Ci voleva, purtroppo, un incidente mortale perché le competenze istituzionali si svegliassero di soprassalto e decidessero di regolare con opportuni semafori un insidioso incrocio a Ca’ di David, tra la trafficata via Ca’ di Aprili e le apparentemente secondarie strada del Vignale e via Muraiola. La fatidica disgrazia del 29 settembre 2018, in cui perse la vita nello scontro con un’auto un bracciante agricolo indiano proveniente in bicicletta da via Muraiola, fu un’amara lezione che costrinse a decidere di far installare impianti semaforici in grado d’assicurare maggior sicurezza alla circolazione stradale, compresa quella di lavoratori soprattutto stranieri che usano la…
È pressoché impossibile che qualcuno, cittadino o forestiero, non si sia domandato perché persista quella spartana costruzione chiusa da tempo in piazzale XXV Aprile, quasi davanti al complesso della stazione ferroviaria di Porta Nuova, a ridosso del canale Camuzzoni e sul percorso a piedi obbligato (“protetto” da strisce pedonali) di quanti, locali o turisti, decidano d’avviarsi verso il centro città. Si tratta d’un ex chiosco ristorativo che resiste per ignoti motivi ed ancor più oscure tolleranze, costituendo una sorta di “macchia della vergogna” dell’assetto del piazzale che dovrebbe costituire, nel complesso e non solo a… macchia di leopardo, l’anticamera del…
Cronaca spicciola nella vecchia Verona. In via Madonna del Terraglio, all’angolo con vicolo cieco Coeli, la stinta insegna di un’ex attività da lattoniere (stagnaio, fabbricatore o riparatore di oggetti di latta) campeggia sull’architrave marmoreo della porta d’accesso, chiusa da chissà quando. Reperto d’un passato ormai morto e sepolto… Il legno dell’uscio, però, mostra evidenti tracce d’uno o più tentativi d’effrazione da parte di qualche manigoldo in cerca di qualcosa da arraffare od intenzionato ad un’occupazione abusiva. L’una o l’altra delle ipotesi pare non essere andata a buon fine ed il danno arrecato rimane lì, ben visibile e con molto remote…
Dopo il terminal dell’Interporto Quadrante Europa e prima della tabella d’ingresso a Caselle di Sommacampagna si dirama, a destra, via Cason il cui primo tratto attraversa la vecchia ma ben ristrutturata Corte Ca’ Nova. L’abitato pare affidarsi all’affresco mariano (protetto da un vetro) posto all’angolo d’un edificio ed opera di Ornella Castagna. L’atmosfera d’altri tempi, comunque suggestiva, non va d’accordo, però, con le biasimevoli condizioni del manto viario, dissestato oltre la decenza. Lo stesso incrocio davanti alla corte è completamente non protetto da opportuna segnaletica orizzontale, con strisce del tutto stinte che costituiscono un plateale pericolo alla sicurezza della circolazione.…
Gaffe antistorica piuttosto deludente “scoperta” navigando nella fotogallery del sito della Circoscrizione 5^ del Comune di Verona. Una delle foto presenti descrive una stele come “Lapide del ventennio fascista”, Il cippo marmoreo menzionato è ubicato poco prima del ponte sul canale Giuliari (venendo da Verona) ma il riferimento, appunto “Lapide del ventennio fascista”, costituisce un falso clamoroso e grave per un ente territoriale di base e locale fondamentale com’è, appunto, il Comune, circoscrizioni comprese. La colonnina lavorata commemora, invece, un tragico fatto avvenuto nella tarda sera del 18 gennaio 1922, quando il ventiduenne muratore Serafino Lonardi non esitò a tentare…
Lo sanno tutti, residenti, utenti motorizzati e pedoni del tratto di via Albere, a Verona, che scivola dentro due sottopassaggi consecutivi. E, tutti, chiedono una soluzione opportuna e rapida. Finalmente… Ad ogni pioggia, anche breve, quel centinaio di metri si riempie d’una gran quantità d’acqua che non riesce a defluire attraverso gli scoli che dovrebbero consentire la circolazione in ovvia sicurezza. Invece, proprio all’interno delle gallerie (lasciando il quartiere Santa Lucia alle spalle), si formano dei “laghi” che solo a rovescio terminato, poco alla volta, s’abbassano consentendo un traffico più snello ed affidabile. «Dato che è un’intollerabile situazione che si…
Se fossero solo goliardiche ed irriverenti canzonature (comunque di stampo teppistico) e non pungente “espressione letteraria” sfogata dall’integralismo di matrice islamica o da qualche disturbo mentale, le frasi scritte con la spray su muri vicini a lato di via Giuseppe Zamboni (“- VERDONI + ISIS” e “SON TURBATO LO SO, MA GLI PSICHIATRI NON MI AVRANNO!”) farebbero semplicemente sorridere. Ma sarebbe un grave errore ridurre tutto alla definizione pseudo rassicurante di “bravate episodiche” quando la cronaca internazionale invita e sollecita a non sottovalutare certi segnali, certe “manifestazioni del pensiero”, certe esternazioni teoriche che richiamano ad una palese o subdola violenza…
Edmondo De Amicis docet? Sulla direttrice Verona-Bussolengo, in via Gardesane 144, nei pressi dello sbocco di via Bassone, sulla destra si scorge, recintata, una vecchia ma ben conservata e ristrutturata ex scuola elementare che sembra essersi ispirata (o dalla quale l’autore Edmondo Mario Alberto De Amicis – Oneglia, Imperia, 21 ottobre 1846 – Bordighera, Imperia, 11 marzo 1908 – avrebbe potuto trarre spunto) al libro “Cuore”, classico della letteratura per ragazzi e “contenitore” di buoni sentimenti d’una volta, di tempi ben più rispettosi, d’amor proprio e del prossimo. Tempi che il presente-pezzente pare aver sepolto, con il badile del ripudio…
Si tratta della sopraelevata intitolata a Giorgio Zanotto, ex sindaco di Verona tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso – Barriere jersey e recinzioni mobili ne vietano drasticamente il passaggio – Un blocco alla connessione con il casello di Verona Nord dell’A22 (Autostrada del Brennero) e con la SS (strada statale) 12 – Perché? La propaggine a sud-ovest della città (quella che, lasciata alle spalle la periferica Santa Lucia Extra, da via Sommacampagna gira a destra in viale Gerhard Richard Gumpert) che arriva (e si blocca) ai terminali ferroviari presso cui fa la spola una miriade di Tir…
Un “dormitorio” di disperati che non pretende prenotazioni Sarebbe auspicabile un maggior controllo da parte degli organi preposti nelle varie enclave di periferia dove s’annida un degrado forse maggiormente invasivo delle zone-bene del centro cittadino perché ignorato, tollerato, lasciato fare (e crescere). Comunque nocivo a residenti e passanti. Persistono, infatti, i pernottamenti presso l’“hôtel abusivo” lungo la pensilina delle entrate di Veronafiere, con frequenza tra l’irrazionale ed il preoccupante. Pur nel massimo rispetto di quanti, senza-fissa-dimora, clandestini o sbandati, passino la notte all’addiaccio, vanno rilevati il numero di “pernottanti” (con tutto il contorno di bisogni fisiologici da espletare) ed il…
La documentata segnalazione de “Il Giornale dei Veronesi” (che potete trovare a questo link) sul persistere di cartelli d’inesistente insidia (“Pericolo spari. Campi di tiro a cielo aperto”) sulle reti di recinzione che danno su strada La Rizza e via Enrico Fermi d’un “centro d’addestramento polifunzionale delle forze dell’ordine” (utilizzato come poligono di tiro per pochi mesi nel 2011), ha smosso i competenti assessorati comunali. La segreteria dell’assessore a Strade e giardini, Decentramento, Servizi tecnici circoscrizionali, Sicurezza, Polizia locale, ci comunica che, “su indicazione dell’assessore Marco Padovani, i cartelli segnalati verranno rimossi a cura della Direzione Traffico”. Bene… Falso allarmismo…
Una manomissione perpetrata chissà da chi, chissà quando e chissà perché Accanto al cartello d’indicazione dell’uscita da Chievo, in via Lorenzo Fava, una decina di vecchi (se non antichi) gradini di ciottoli insicuri porta ad un terrapieno percorso da un sentiero che costeggia il lato sulla strada d’una decaduta dimora gentilizia (Villa “Ida”). Calcati con debita prudenza gli scalini, s’arriva ad una canaletta d’irrigazione sormontata da due vetusti muretti, in pessime condizioni e con datati sgorbi vandalici, a protezione dello spiazzo nel viottolo. Un muricciolo (quello che dà sullo scolo d’acqua) appare alquanto instabile al pari del suo “gemello”, con…
Ancora la vittoria (senza avversari di civiltà) delle tre scimmie, “non vedo, non sento, non parlo”. Se la vista cade casualmente e distrattamente sulla casa nel totale abbandono a lato della trafficata via San Giacomo (direzione centro città) e nel passato residenza del comandante della Polizia stradale (di stanza nella vicina sede, oggi Commissariato sezionale di Polizia “Borgo Roma”) e della sua famiglia, di certo altri appiedati non vanno a curiosare in un angolo esterno di verde con recinzioni divelte. Perché i “buonisti” dal palato fino scoprirebbero l’ennesimo rifugio di s-fortuna d’uno o più sconosciuti allo sbando che hanno eletto…
Verona, 04 ottobre 2021. Altra bravata dei teppistelli da noia congenita. Un cassonetto dato alle fiamme, la notte scorsa, ad un lato di viale delle Nazioni. L’ammorbante odore di bruciato ancora annusabile nell’aria ha accolto anche gli operatori dell’Amia (Azienda multiservizi di igiene ambientale) che, per nulla avvisati dell’evento bruciaticcio e svolgendo puntualmente il loro servizio di routine, hanno constatato (e commentato amaramente) lo scempio attorno alle ore 14:30 di oggi. Qualche impianto di videosorveglianza delle varie attività attorno avrà registrato le circostanze, comprese le facce dei finora anonimi piromani? Servizio e foto di Claudio Beccalossi
Una statua bronzea poggiata su quattro imponenti sovrapposizioni marmoree. È quella che celebra un discusso luminare della criminologia (studio a livello scientifico del fenomeno delinquenziale), Marco Ezechia (detto Cesare) Lombroso (Verona, 6 novembre 1835 – Torino, 19 ottobre 1909), inaugurata il 25 settembre 1921 e spostata nel dopoguerra dalla collocazione in piazza Santo Spirito negli attuali giardini omonimi, tra Porta San Giorgio e ponte Garibaldi. Il basamento del manufatto presenta delle epigrafi difficilmente leggibili e da evidenziare doverosamente al meglio da parte di chi di competenza: sulla faccia frontale la dedica “A Cesare Lombroso che gettando lo scandaglio scientifico svl…
Non sono ancora stati tolti, nonostante loro palesi inutilità ed allarmismo, i cartelli ammonitori sulle reti di recinzione (tra strada La Rizza e via Enrico Fermi) di un’area che venne utilizzata nel 2011, solo per pochi mesi, quale assurdo poligono di tiro (per l’esattezza, “centro d’addestramento polifunzionale per le forze dell’ordine”) nei paraggi di abitazioni, marciapiedi, strade. Costato a suo tempo ai cittadini ben 380mila euro ed inaugurato in pompa magna il 12 febbraio 2011, fu chiuso dopo nemmeno tre mesi per i proiettili “vaganti” che finivano anche su tetti e balconi delle case attorno, con residenti ed attività esasperati…
Rinvenuti nel corso della demolizione della chiesa di San Michele alla Porta, nei pressi di Porta Borsari, hanno trovato discutibile sistemazione in un’“isola” verde nel piazzale del Cimitero monumentale I resti d’un tempio pagano, dedicato a Giove Lustrale, nel piazzale del Cimitero monumentale, in un’“isola” verde incuneata nel tratto tra le due direttrici di marcia di via Francesco Torbido, a pochi passi dal fiume Adige e da ponte Aleardi. Vivacchiano alla meno peggio, nello spazio che una targa marmorea specifica trattarsi dei Giardini Emilio Moretto “Bernardino”, comandante partigiano, eroe della Resistenza veronese (1915-1992), cioè uno dei sei partecipanti dei Gruppi…
Rimane inascoltato l’appello di Cittadinanza Attiva VR #VERONARIPULIAMOCI scritto su un paio di fogli appesi alle reti di recinzione ai lati del cancello d’entrata (chiuso da tempo) ad una cava in strada Le Grazie, che dai pressi del Policlinico di Borgo Roma sbuca in via Ca’ di Aprili, a Ca’ di David: “Attenzione divieto di scarico. Questa area è pulita e vigilata da Cittadinanza Attiva VR. È vietato l’abbandono di rifiuti di ogni genere! Aiutateci a mantenere pulito il nostro ambiente”. Inascoltato perché, quasi (se non proprio) a dispetto dell’esortazione, i soliti incivili scaricano comunque detriti e materiale edilizio di…
A chi clicca in Internet “centro di formazione professionale in via Belgio 6 a Verona” la rete risponde con vari riferimenti alla struttura per il Commercio, facendo erroneamente dedurre che svolga tuttora attività didattica regolare. Viene citato anche un numero di telefono (045 500412) che risulta non attivo. Invece, dopo essere stata riconsegnata dalla Provincia di Verona alla Regione Veneto (proprietaria del fabbricato denominato “ex C.F.P. di Verona”), “avendo esaurito l’attività istituzionale di formazione professionale presso l’immobile”, con verbale datato 18.11.2013, il complesso ora versa nell’abbandono, con conseguente inselvatichirsi anche del giardino interno e l’esterno lasciato alla mercé dei maniaci…
Costituiscono tratti pedonali e ciclabili da percorrere in fretta le due strette direttrici di marcia sotto il ponte della Ferrovia, tra piazzale Porta Nuova e viale Piave. Sporchi, maleodoranti e con murales d’un certo pregio (opera di Eye Lab Design, Street Art, Murales and Graffiti in Verona. Spray passion since 1996, www.eyelabdesign.com), specie quelli all’angolo con viale Luciano Dal Cero, i passaggi sono smaccatamente deturpati da teppaglia pseudo tifosa e non solo. Lo scampolo di neo Verona Urbs Picta, con i vari scorci della città ritratti artisticamente, è purtroppo finito nel mirino di vandali a… “mano armata” di bomboletta spray…
Rifiuti di sconosciuta consistenza, cocci di vetro, siringhe abbandonate, lasciti geologici nel disinteresse, “residenze” e “dormitori” di chissà chi A piedi nudi nel parco (come remake nostrano della commedia teatrale di Neil Simon rappresentata per la prima volta nel 1963, poi adattata nel 1967 in film interpretato da Robert Redford e Jane Fonda)? Non è certo possibile nel Bastione di Santo Spirito del Parco delle Mura (tra via Città di Nîmes, circonvallazione Oriani e Porta Palio), dove s’annidano insidiose bottiglie rotte, siringhe, lattine squarciate. Storicamente, la struttura del bastione, “gemella” di quello dei Riformati (con denominazioni connesse alle vicine chiese…
Il lungo tratto interno del Parco storico monumentale della cinta magistrale tra le due porte (Palio e San Zeno), che s’allunga tra i bastioni di San Bernardino e di San Zeno (o di Santo Zenone), stretto tra viale Galliano e circonvallazione Maroncelli, gode generalmente di salute ecologica e d’interesse per i suoi trascorsi architettonici. Scartando certe marginali “cattive compagnie” che bighellonano od occupano (anche nell’estivo nottetempo) panchine e spiazzi erbosi, in generale l’area non presenta gravi sussulti di degrado. Il contesto è caratterizzato da bastioni formati da terrapieno e circondato da muro di rivestimento distaccato “alla Carnot”. La genesi di…
A poca distanza dal ponte Aleardo Aleardi ed alla confluenza di lungadige Capuleti con i Giardini San Josémaria Escrivà (cioè, a ridosso del traffico pedonale soprattutto di turisti che dal parcheggio nei pressi del Cimitero monumentale vanno verso il centro cittadino percorrendo via Pallone e poi ritornano ai loro pullman) una scalinata maleodorante, con tanto di siringa abbandonata, porta all’ennesima sacca di degrado che chissà perché sfugge a controlli e bonifiche. L’area di passaggio, destinata a parcheggio, evidenzia angoli appartati che servono quali servizi igienici a… cielo aperto, discarica di immondizie varie ed alla preparazione e consumo di droga. Il…